c’è del livio... del livio per terra... ma questa roba non
ha senso, non posso essere io...
più dentro che nel qui, non si può andare. è una sillaba a cui non corrisponde nulla, che si trasforma man mano che mi sposto.
c’è del livio... del livio per terra... ma questa roba non
ha senso, non posso essere io...
più dentro che nel qui, non si può andare. è una sillaba a cui non corrisponde nulla, che si trasforma man mano che mi sposto.
questa faccia in rapporto al mondo mi fa livio
con questa faccia esco tutti i giorni
quando la vedono, dicono: toh... ecco livio
la televisione, che sia un “tubo” catodico o un “canale “ digitale, è un aggeggio che restringe la realtà e la fa uscire a forma di televisione. peggio sono pc, smartphone ecc., ancora più piccoli e subdoli. se guardiamo un quadrato azzurro alla tv, diciamo: il cielo. ma il cielo non è quadrato e piatto... il cielo più ti avvicini, più si allarga e si allontana... ma più aumentano i segni, più crediamo che il cielo sia un quadrato piatto... e che le guerre, o i delitti, le gioie, i dolori, siano quella pasta fluida e appiccicosa che esce da lì...
uno, chi è?
quando uno muore, muore proprio lui
ma lui chi era?
era qualcuno che si aggirava in quel corpo.
che viaggiava sempre su quel corpo. che se la faceva con
quelle cellule, quell’ammasso di minerale girovagante.
una lingua caduta lì sopra?
no, si era autofabbricata.
emettendo filamenti, neurochimici, atmosferici-fonetici,
grafici ecc., il corpo era diventato lui?
in fondo, il morto, si può imbalsamarlo e animarlo con impulsi elettrici. è ancora vivo? lo abbiamo resuscitato? no, perché lui dentro era morto. cioè, si era consunto, consumato (o se l’era filata... era sgusciato?)
Intendo prima e dopo la mia lettura di Eros e Priapo. Devo dire che il mio rapporto letterario con Gadda si è approfondito dopo la lettura di quest’opera radicale e estrema - e in particolare dell’edizione Adelphi 2016 con le appendici e la versione originale. La lettura mi fu consigliata se non ingiunta da un noto critico - con cui peraltro ho rotto i rapporti 15 anni fa – ma solo ora l’ho affrontata.
Ecco quel che ho scritto di Gadda in Esercizi per accorgersi
del mondo (nel capitolo Microsaggi):
gadda, lo
scrittore performante
gadda è probabilmente il maggior
scrittore italiano, e questo è il suo limite. è
lo scrittore più performante, il fenomeno, il tarzan
Quella di Seydou e Moussa è la storia della scimmia nomade, l’uomo, è l’esodo ebraico, l’odissea omerica, l’avventura spaziale o quella di Colombo... è il racconto dell’avventura umana, coi suoi annessi psicologici, fatta di speranza, di sacrificio, di ingiustizia, di cattiveria, di umanità, di vittoria (non quella artificiale dello sport)... è la storia delle storie, e insieme l’analisi della questione politica centrale del mondo contemporaneo, quella dello squilibrio fra mondo Occidentale e mondo Altro, e dell’inarrestabile processo di travaso e omeostasi che ne deriva. Questo tema semplice e potente, cardiaco si potrebbe dire, richiedeva un linguaggio filmico essenziale, purificato, basico,
la mosca è nella posizione del lì
poi scorre lungo il lì, ed è sempre in un lì, lì
perlustra, incrocia lo spazio
abrade lo spazio
Trasformando il mondo in merce, il ricco ne estrae la sostanza, lo svuota. Trasformando ogni oggetto in oggetto di scambio, ne risucchia l’essenza. La mela non sarà più la mela in sé, ma nemmeno la mela saporita, la annurca un po’ bacata, piccola, ma che sulle papille esplode in tutta la sua densità di gusto, perché deve apparire, deve essere comprata: la sua nuova essenza è la commerciabilità, la sua nuova forma è il prezzo. Diventa la mela insapore del supermercato. L’amore non è più amore, perché è dato senza amore, non per amore, ma per il suo corrispettivo. La vita stessa diventa spettacolo della vita, cioè la sua forma commerciale, e infine il suo simulacro.
Quello di felicità, è forse uno dei concetti più evanescenti, e indefinibili.
a un anno dall’uscita, Terreblu ripropone il mio La
tigre-assenza, combinando la presentazione con la proiezione di alcuni eccellenti
video di Antonello Matarazzo, e con le analisi del critico d’arte Enzo
Battarra. per gli amici, segnalo che è la
prima volta che io e Antonello organizziamo qualcosa in collaborazione, anche
se è da oltre 50 anni che ci occupiamo insieme di questioni estetiche.
per la verità, io divento sempre più insofferente a
promozioni e presentazioni, così come allo sgomitare fra scriventi, e all’appiopparsi
reciprocamente libri che a nessuno interessano e nessuno legge. ho già deciso
che se pubblicherò un altro libro, forse fra 10 anni, sarà a patto che di tutta
la parte promozionale se ne occupi l’editore... se nessuno mi leggerà,
pazienza, il padreterno lo ha letto cmq, anzi già l’aveva letto nella mia
capoccia prima ancora che lo scrivessi, e io avrò fatto quel che dovevo...
tutto il resto, che è fatto di frodi, di
meccanismi e di nulla (avrebbe detto Villiers-de L'isle-Adam), vada al diavolo,
visto che è farina del suo sacco...
Il rischio di povertà calcolato dei paesi meridiani
il benessere è un buon essere?
(in foto: il supermercato più fornito di La Boca di Puerto Padre)
1) la sinistra ha dimenticato il corpo, tenta di
sterilizzarlo, negarlo, deodorarlo, rimuoverlo. ha dimenticato che il fine
della politica è la felicità, è diventata astratta, puritana e penitenziale.
bisogna tornare alla carne, al godimento, al buon senso, a un’animalità
responsabile.
2) nella grandiosa metafora della Grande abbuffata di
Ferreri, il sistema consumistico e capitalistico si suicidava per iperemia e
congestione. se la sinistra è diventata lo chef o il cameriere di questo
banchetto, ha poche chance di convincere a votarla: il popolo piuttosto che votare una sinistra che fa la
destra preferisce votare direttamente la destra.
3) la ragion d’essere, e la forza invincibile della
Sinistra, è l’ideale della Giustizia sociale. l’altra grande battaglia “a vincita certa” è quella ecologica. per
tutte le altre, è necessario ricostruire nei tempi lunghi le basi e i presupposti
culturali. l’uomo è un animale
intellettuale, ogni sua visione, ogni sua evoluzione nasce dal linguaggio,
dalla cultura, dalla filosofia, dalla poesia.
4) l’incremento esponenziale dei mezzi elettronici di comunicazione,
“Fotosintesi”,
un’opera preziosa, rigorosa, avventurosa di Aniello Barone, a cui ho
contribuito con un mio testo (insieme a Antonello Frongia, Davide Racca, Mauro
Zanchi e ad Antonello Scotti per l’ideazione grafica). Si tratta di 75 immagini
in sequenza di una roccia ripresa sull’isola di Ventotene, che ne raccontano la
natura e la luce. Ovviamente la mia foto rende poco, l’opera consiste
nell’intero volume, anzi per sottolinearlo nel volume non compare né il nome
dell’autore, né i testi, acclusi in una tasca della copertina. Questo il mio contributo:
recitare immagini
non c’è forse modo migliore di descrivere il cosmo, di farci accorgere del cosmo,
La splendida immagine di copertina è di Gabriella Giordano, eletta amica e artista che, fra una lavatrice e una zucchina, ha rielaborato (in fase di ripresa e senza artefatti digitali), una foto di mia zia Amalia Widmann.
questa è la 4° copertina
Questo è un libro sull’Assenza, come perdita e lutto, ma anche sull’Assenza come forza positiva, come mistero che promuove la vita. L’amore, l’eros, non è infatti che una tensione verso l’ignoto,
L’incremento esponenziale dei segni, prodotto dai media, fa tendere il loro tempo di decodifica a zero. Siamo 8 miliardi di persone che emettono ogni giorno centinaia di messaggi sui vari mezzi di comunicazione, col risultato che il segno Fenomenologia di Hegel non è più decodificabile, ed è stato sostituito dal segno chiappa di Belen, sguardo assassino di Damiano o twitter di Ronaldo, tutti a decodifica istantanea. Ciò ha prodotto essenzialmente 3 categorie di persone: i letterali,
Il libro è Sonecka, di Marina Ivanovna Cvetaeva, e me lo ha
messo fra le mani Domenico Pinto, a un mio compleanno, prelevandolo da una
delle sue 3 librerie di disperato capitalista della parola, e cioè di nulla.
La riga è questa: “Addio,
Marina” (e poi, ingoiando una montagna) “Ivanovna”.
Premesse: La Cvetaeva racconta in questo libro il suo amore per l’attrice-bambina Sonecka,
La propaganda russa? Disgustosa. Chiamano ancora la guerra operazione speciale. Ma quella americana è ancora più nauseante, arrivarono a chiamare i loro massacri “giustizia infinita”. E’ più subdola e sofisticata notoriamente, quello dall’altra parte del fiume guarda caso è sempre cattivo, e quindi va eliminato per bontà. E l’Italia? L’ha succhiata col latte dei film americani, e ora l’ha metabolizzata del tutto.
Ho sempre cercato di conservare un giudizio equilibrato su Draghi,
1-rinacciare i calzini
sembra
brutto, o povero, o solo scocciante, rammendare i calzini, che come è noto si
bucano sempre. ma a me sembra brutto povero e scocciante il misero godimento
del consumo indotto da falsi bisogni, sprecare, negare la durata delle cose,
temere lo sguardo inorridito sul calzino rinacciato.
in un mondo
nuovo naturalmente la pena di morte è inaccettabile, d’altra parte sarà
intollerabile la volgarità stridula, il conformismo e l’odio camuffati da buon
senso, lo spettacolarismo isterico che cavalca i sentimenti più beceri. dunque
è irrinunciabile una legge che ripudi fermamente la pena di morte, con la sola
eccezione del noto giornalista mediaset mario giordano. una fucilazione
discreta e indolore, siamo umani e democratici, la società ne trarrà un
vantaggio incomparabile, la cosa anzi secondo me farà da volano alla ripresa
economica. un po’ di sacrificio, mario, convinciti pure tu...
3-zappare
l’unico atto politico possibile oggi è zappare. siamo sommersi, alluvionati, annegati dalla retorica ecologista,
in foto la copertina di IRA, di iosonouncane
Il personaggio pubblico Franco Arminio corrisponde poco all’entità
psico-fisica Franco Arminio. Resta da capire quanto a quest’ultima corrisponda il
poeta Arminio.
Arminio è pervenuto negli ultimi anni a un tipo di scrittura la cui linearità rasenta l’elementarità, a cui la poesia colta e consapevole non si era in pratica mai spinta. Questa scelta offre l’occasione di porsi delle domande radicali sull’essenza della poesia. A me e a molti lettori avveduti sembra infatti che le frasi di Arminio sono sì molto spesso elementari, ma che fra una frase elementare di Arminio e una frase elementare di un non poeta c’è una differenza in cui consiste esattamente la poesia. Questa differenza non è facilmente misurabile (è ontica e non ontologica). E’ la differenza fra il mondo unico e irripetibile percepito dal corpo di Arminio e il mondo unico e irripetibile percepito dal corpo del non poeta. Ciò che si può dire è che il mondo-arminio è afferrato con un’apprensione autentica,
Gianni Celati a Bisaccia.
nel termine qualcuno, curiosamente, sono compresi 2 significati opposti: nell’espressione “è diventato qualcuno” significa importante, autorevole. nell’uso strettamente pronominale sta per qualsiasi, indeterminato, uno che non si sa chi è. il senso della vita di gianni si può forse racchiudere in questo: aveva cercato di diventare qualcuno... ma non nel senso di importante, nel senso di qualsiasi, in un mondo in cui invece tutti cercavano di diventare qualcuno nel senso di importante. aveva cercato di diventare un essere umano che si aggira nel mondo, come i suoi bambini perduti nella nebbia.
E' previsto per il giorno 20 dicembre il completamento e il lancio in rete del mio nuovo sito di astrologia, ASTROZOO https://www.astrozoo.it/. Al momento il sito è già raggiungibile e funzionante per i servizi principali, ma in fase di rifinitura grafica. Nelle sue pagine confluiranno i miei 40ennali studi e analisi in questa disciplina che si può attualmente definire scienza congetturale, ma anche le mie esperienze letterarie e scientifiche. Anticipo una nota che illustra lo spirito del sito:
CONSIDERA ET DESIDERA
Secondo i fondatori dell’astrologia, gli antichi popoli mesopotamici, le stelle sono il linguaggio simbolico che usano gli dei per comunicare con gli uomini. Noi non sappiamo se al di là del cielo esistano dei, né se abbiano buone ragioni per comunicare con noi. Crediamo però
Nell’era mediatica la verità “vince sempre” solo per sbaglio, quando coincide con la follia delle masse. Non è stato così nel caso della sentenza contro Scattone e Ferraro, il cui caso è stato riproposto ieri sera da Rai 2. Il bel documentario – Marta, il delitto della Sapienza – rievocava la figura, la storia e il caso giudiziario di Marta Russo, studentessa uccisa nel 1997 da una pallottola vagante. Nessuno può essere certo, ovviamente, dell’innocenza di Scattone, nemmeno chi ne è convinto come me. Ma chiunque abbia una cultura non solo tecnicistica e positivista come quella della maggior parte dei giudici, può essere certo che quella sentenza è stata ingiusta, e che nessun “ragionevole grado di certezza” è stato raggiunto. Si voleva un colpevole a tutti i costi, e un colpevole è stato trovato. Non si può condannare un uomo senza alcun riscontro obiettivo e senza alcun movente, in base esclusivamente a 2 testimonianze chiaramente estorte, inquinate e contraddittorie: quella di Maria Chiara Lipari, che all’inizio non ricordava nulla e poi ha “ricostruito” il ricordo dopo oltre 2 mesi, estraendolo “dall’ano della mente” secondo le sue stesse parole, e quella di Gabriella Alletto, che nelle riprese e le intercettazioni (in un primo tempo nemmeno ammesse agli atti), ignara di essere ripresa, gridava e giurava sui figli di non saperne nulla, e poi, dopo un interrogatorio a dir poco intimidatorio e ricattatorio (si rimanda al sito www.scattoneferraro.org) in cui era posta di fronte all’alternativa di essere condannata lei o Scattone, con la testa bassa e lo sguardo duro di chi sa che deve giocoforza mentire ha rinnegato tutto. Fra l’altro, durante questo interrogatorio, non conoscendo ancora il nome del secondo inquisito, chiedeva al questurino “bisognerebbe sapere chi è l’altro”, per poterlo accusare.
Ritengo Giorgio Agamben e Massimo Cacciari i 2 più lucidi pensatori in Italia, e ho criticato fin dall’inizio il clima di psicosi creato intorno al Covid dai media e la politica, ma ritengo gran parte delle loro recenti critiche al green pass non sufficientemente fondate. Credo, anche in base alla mia diretta esperienza di laboratorista, che alcune correzioni alla norma siano necessarie, e nella fattispecie: 1) nel momento in cui si obbliga di fatto chi non vuole vaccinarsi a eseguire continui tamponi , bisogna stabilire delle esenzioni e cmq un prezzo politico agli stessi (i test, acquistati in quantità ospedaliere, vengono oggi a costare 2-3 euro ma sono venduti a 25-50€)