1) la sinistra ha dimenticato il corpo, tenta di
sterilizzarlo, negarlo, deodorarlo, rimuoverlo. ha dimenticato che il fine
della politica è la felicità, è diventata astratta, puritana e penitenziale.
bisogna tornare alla carne, al godimento, al buon senso, a un’animalità
responsabile.
2) nella grandiosa metafora della Grande abbuffata di
Ferreri, il sistema consumistico e capitalistico si suicidava per iperemia e
congestione. se la sinistra è diventata lo chef o il cameriere di questo
banchetto, ha poche chance di convincere a votarla: il popolo piuttosto che votare una sinistra che fa la
destra preferisce votare direttamente la destra.
3) la ragion d’essere, e la forza invincibile della
Sinistra, è l’ideale della Giustizia sociale. l’altra grande battaglia “a vincita certa” è quella ecologica. per
tutte le altre, è necessario ricostruire nei tempi lunghi le basi e i presupposti
culturali. l’uomo è un animale
intellettuale, ogni sua visione, ogni sua evoluzione nasce dal linguaggio,
dalla cultura, dalla filosofia, dalla poesia.
4) l’incremento esponenziale dei mezzi elettronici di comunicazione,
combinato con l’aumento della popolazione, ha prodotto un’iperproliferazione dei segni, che sono diventati sempre più istantanei e superficiali, ormai a tempo di decodifica zero. il segno Fenomenologia di Hegel è stato sostituito dal segno chiappa di Belen. questa spirale va interrotta, in queste condizioni sociali nessuna analisi politica profonda può fare presa, sarà votato sempre l’ultimo che la racconta più grossa, o il politico dotato di più appeal e presunta comunicativa.5) la Finanza ha sostituito l’Economia, ed è ciò che produce
più sperequazione nel mondo attuale. il valore del Successo, la voluttà di
colonizzare retine, trombe di eustachio e neuroni del prossimo, ha sostituito
quello del Denaro, ed è quello che produce più sperequazione a livello
psicologico.
6) uno stato forte ha bisogno di poche leggi, scriveva
Montesquieu, e ogni legge è interpretativa e generica. il tentativo attuale
della sinistra di ricoprire tutti i casi e fattispecie con una proliferazione
soffocante di norme è nevrotico e inetto, né possiamo assegnare un organo di
controllo e polizia a ogni cittadino. per conto mio sostituirei la Costituzione
con una sola norma: non fare all’altro ciò che non vuoi sia fatto a te.
7) una
(ulteriore) legge contro il femminicidio è inutile come una legge contro il
cancro: sono follie, patologie della passione, ahimé forse inguaribili. si
potrebbe chissà vietare l’islamismo, l’unica cultura che sia effettivamente
sessista, ma mi sembra una soluzione peggiore del male.
proporre la
schwa, e altre simili sciocche innovazioni grammaticali, è assurdo come
sostenere che la fusoliera degli aerei è fallica e proporne una a forma di
vagina. la lingua la fa l’uso, ed è retta da leggi funzionali.
8) sogno una sinistra in cui Letta metta una mano sul culo
alla Boldrini, o meglio ancora la Boldrini a Letta, e che l’altro risponda:
grazie, hai trasgredito la norma per passione, per amore della mia carne, come
insegnava Bataille. che gesto elegante, nulla è più volgare che associare la
volgarità alla sessualità, che è sempre nobile e benefica se non
prevaricatoria. altro è il Male. ciò non esclude che la Bindi faccia bene a
rispondere per le rime a Berlusconi quando la apostrofa con epiteti dettati da
maschilismo strisciante e irrispettoso.
9) l’unico vero atto politico oggi è zappare. ritornare alla
terra e all’agricoltura, abbandonare le mostruose, insalubri e inquinanti
metropoli, è l’unico vero modo di ritrovare un rapporto con la natura, e nello
stesso tempo con la vera produzione, quella di beni con valore d’uso. gridare
slogan convenzionali nelle piazze gretine, per tornare subito dopo a immergersi
in un mondo di bit, e di plastica fisica e psichica, serve solo a tacitare la
coscienza, a surrogare l’etica con la retorica.
10) opporsi al miope sovranismo non deve significare diventare
una colonia economica e politica degli Usa, arrendersi al consumismo e al
capitalismo, surrogare l’etica col politically correct, ma proporre una terza
via realmente egualitaria e libertaria.
11) sull’immigrazione cito J.L Nancy, a mio avviso il
maggior pensatore contemporaneo: “(se lo
straniero) non è più un intruso, non è più l’intruso, ma non è nemmeno più lo
straniero .(...) questa correttezza
morale presuppone che si riceva lo straniero annullando sulla soglia la sua
estraneità: pretende quindi che non lo si sia affatto ricevuto”. questa visione porta a una stessa politica di
accoglienza, ma a un atteggiamento psicologico diverso sia verso il migrante,
sia verso le popolazioni e le forze politiche che hanno difficoltà ad
accettarlo.
12) dico spesso (ahimé? evviva?) che il Papa oggi è l’unico
uomo politico di sinistra. al di là della battuta è necessario che la politica
recuperi il rapporto col Sacro (che nulla ha a che fare col Dogma), col sentimento
ontologico, con lo stupore perché il mondo esiste piuttosto che non esistere.
solo in questi mari profondi, è possibile pescare i Valori, l’idea antropica
del Bene, ovvero ciò che dovrebbe sorreggere la Politica, arte del Bene
Comune.
13) scampata
come la salamandra dal rogo del socialismo reale, catapultata come un dinosauro
nel quadro biopolitico per lei inedito della modernità mediatica, la sinistra
ha faticato a rendersi conto di due confusioni storiche, che la portano a non
sapere cosa deve essere, perché non sa cosa non deve essere.
la prima è
quella di comprendere che la Giustizia è un ideale e non un ideologia, il che
significa innanzitutto liberarsi del
presupposto ideologico che nel costruire una società giusta si possa
prescindere dalle passioni, dagli interessi e dagli egoismi umani. la seconda è
nell’analisi dell’idea di giustizia. la sinistra ha ricercato le radici
dell’ingiustizia solo nei processi e le dinamiche sociali, mentre la sua
origine è psicologica e, ancora più radicalmente, ontologica.
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