lunedì 14 novembre 2022

13 quasi-proposizioni per un’eventuale quasi-sinistra

 


1) la sinistra ha dimenticato il corpo, tenta di sterilizzarlo, negarlo, deodorarlo, rimuoverlo. ha dimenticato che il fine della politica è la felicità, è diventata astratta, puritana e penitenziale. bisogna tornare alla carne, al godimento, al buon senso, a un’animalità responsabile. 

2) nella grandiosa metafora della Grande abbuffata di Ferreri, il sistema consumistico e capitalistico si suicidava per iperemia e congestione. se la sinistra è diventata lo chef o il cameriere di questo banchetto, ha poche chance di convincere a votarla: il popolo  piuttosto che votare una sinistra che fa la destra preferisce votare direttamente la destra.

3) la ragion d’essere, e la forza invincibile della Sinistra, è l’ideale della Giustizia sociale. l’altra grande battaglia  “a vincita certa” è quella ecologica. per tutte le altre, è necessario ricostruire nei tempi lunghi le basi e i presupposti culturali.  l’uomo è un animale intellettuale, ogni sua visione, ogni sua evoluzione nasce dal linguaggio, dalla cultura, dalla filosofia, dalla poesia.

4) l’incremento esponenziale dei mezzi elettronici di comunicazione,

combinato con l’aumento della popolazione, ha prodotto un’iperproliferazione dei segni, che sono diventati sempre più istantanei e superficiali, ormai a tempo di decodifica zero. il segno Fenomenologia di Hegel è stato sostituito dal segno chiappa di Belen. questa spirale va interrotta, in queste condizioni sociali nessuna analisi politica profonda può fare presa, sarà votato sempre l’ultimo che la racconta più grossa, o il politico dotato di più appeal e presunta comunicativa.

5) la Finanza ha sostituito l’Economia, ed è ciò che produce più sperequazione nel mondo attuale. il valore del Successo, la voluttà di colonizzare retine, trombe di eustachio e neuroni del prossimo, ha sostituito quello del Denaro, ed è quello che produce più sperequazione a livello psicologico.

6) uno stato forte ha bisogno di poche leggi, scriveva Montesquieu, e ogni legge è interpretativa e generica. il tentativo attuale della sinistra di ricoprire tutti i casi e fattispecie con una proliferazione soffocante di norme è nevrotico e inetto, né possiamo assegnare un organo di controllo e polizia a ogni cittadino. per conto mio sostituirei la Costituzione con una sola norma: non fare all’altro ciò che non vuoi sia fatto a te.

7) una (ulteriore) legge contro il femminicidio è inutile come una legge contro il cancro: sono follie, patologie della passione, ahimé forse inguaribili. si potrebbe chissà vietare l’islamismo, l’unica cultura che sia effettivamente sessista, ma mi sembra una soluzione peggiore del male.

proporre la schwa, e altre simili sciocche innovazioni grammaticali, è assurdo come sostenere che la fusoliera degli aerei è fallica e proporne una a forma di vagina. la lingua la fa l’uso, ed è retta da leggi funzionali. 

 

8) sogno una sinistra in cui Letta metta una mano sul culo alla Boldrini, o meglio ancora la Boldrini a Letta, e che l’altro risponda: grazie, hai trasgredito la norma per passione, per amore della mia carne, come insegnava Bataille. che gesto elegante, nulla è più volgare che associare la volgarità alla sessualità, che è sempre nobile e benefica se non prevaricatoria. altro è il Male. ciò non esclude che la Bindi faccia bene a rispondere per le rime a Berlusconi quando la apostrofa con epiteti dettati da maschilismo strisciante e irrispettoso.

9) l’unico vero atto politico oggi è zappare. ritornare alla terra e all’agricoltura, abbandonare le mostruose, insalubri e inquinanti metropoli, è l’unico vero modo di ritrovare un rapporto con la natura, e nello stesso tempo con la vera produzione, quella di beni con valore d’uso. gridare slogan convenzionali nelle piazze gretine, per tornare subito dopo a immergersi in un mondo di bit, e di plastica fisica e psichica, serve solo a tacitare la coscienza, a surrogare l’etica con la retorica. 

10) opporsi al miope sovranismo non deve significare diventare una colonia economica e politica degli Usa, arrendersi al consumismo e al capitalismo, surrogare l’etica col politically correct, ma proporre una terza via realmente egualitaria e libertaria.  

11) sull’immigrazione cito J.L Nancy, a mio avviso il maggior pensatore contemporaneo:  “(se lo straniero) non è più un intruso, non è più l’intruso, ma non è nemmeno più lo straniero .(...)  questa correttezza morale presuppone che si riceva lo straniero annullando sulla soglia la sua estraneità: pretende quindi che non lo si sia affatto ricevuto”.  questa visione porta a una stessa politica di accoglienza, ma a un atteggiamento psicologico diverso sia verso il migrante, sia verso le popolazioni e le forze politiche che hanno difficoltà ad accettarlo.

12) dico spesso (ahimé? evviva?) che il Papa oggi è l’unico uomo politico di sinistra. al di là della battuta è necessario che la politica recuperi il rapporto col Sacro (che nulla ha a che fare col Dogma), col sentimento ontologico, con lo stupore perché il mondo esiste piuttosto che non esistere. solo in questi mari profondi, è possibile pescare i Valori, l’idea antropica del Bene, ovvero ciò che dovrebbe sorreggere la Politica, arte del Bene Comune. 

13) scampata come la salamandra dal rogo del socialismo reale, catapultata come un dinosauro nel quadro biopolitico per lei inedito della modernità mediatica, la sinistra ha faticato a rendersi conto di due confusioni storiche, che la portano a non sapere cosa deve essere, perché non sa cosa non deve essere.

la prima è quella di comprendere che la Giustizia è un ideale e non un ideologia, il che significa innanzitutto liberarsi del  presupposto ideologico che nel costruire una società giusta si possa prescindere dalle passioni, dagli interessi e dagli egoismi umani. la seconda è nell’analisi dell’idea di giustizia. la sinistra ha ricercato le radici dell’ingiustizia solo nei processi e le dinamiche sociali, mentre la sua origine è psicologica e, ancora più radicalmente, ontologica.  


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