questa faccia in rapporto al mondo mi fa livio
con questa faccia esco tutti i giorni
quando la vedono, dicono: toh... ecco livio
ma è mia?
sta immersa nello specchio dell’ascensore, fuori da me
io sono forse solo qui, nel blu, nell’inchiostro, nell’acido
gallico.
sono preso in un incantesimo. qualcuno mi ha pronunciato.
il comunismo, i sogni, i quetzalcoatl, il web, le acciughe,
la grammatica cosmica
piccolo, agitato, pretenzioso
con la mia lingua, organo prensile, prendo l’infinito. riesco a prenderlo tutto, anche all’infinito...
intendo un certo fumo che si forma nella nevroglia...
i miei grugniti, mi stabiliscono nel mondo. li faccio
corrispondere a una probabilità. ingoio aria, restituendo matasse di suono.
a un certo punto, decido di essere. i bambini che giocano sul
lastricato, il getto d’acqua della fontana, le lame di luce...
come è possibile... fare un viaggio... scendere a prendere una
birra... una stanza... sposarsi... ammalarsi... sognare il non accadente
aggirandomi in me, a volte mi imbatto in certe carni oblunghe, e
per un certo tempo mi ci insedio ...
io sono un me,
sono il me, o qualche me, o me?
non sono alcun
me.
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