1-rinacciare i calzini
sembra
brutto, o povero, o solo scocciante, rammendare i calzini, che come è noto si
bucano sempre. ma a me sembra brutto povero e scocciante il misero godimento
del consumo indotto da falsi bisogni, sprecare, negare la durata delle cose,
temere lo sguardo inorridito sul calzino rinacciato.
in un mondo
nuovo naturalmente la pena di morte è inaccettabile, d’altra parte sarà
intollerabile la volgarità stridula, il conformismo e l’odio camuffati da buon
senso, lo spettacolarismo isterico che cavalca i sentimenti più beceri. dunque
è irrinunciabile una legge che ripudi fermamente la pena di morte, con la sola
eccezione del noto giornalista mediaset mario giordano. una fucilazione
discreta e indolore, siamo umani e democratici, la società ne trarrà un
vantaggio incomparabile, la cosa anzi secondo me farà da volano alla ripresa
economica. un po’ di sacrificio, mario, convinciti pure tu...
3-zappare
l’unico atto politico possibile oggi è zappare. siamo sommersi, alluvionati, annegati dalla retorica ecologista,
dal culto della natura, ma poi nessuno ritorna alla terra, la terra di cui siamo fatti, di cui ci rifacciamo incessantemente alimentandoci, la terra libera, pura e produttiva.4-leggere parole scritte sulla carta
quel che
siamo, il bene e il male, è nato dalla scrittura. la micidiale congiuntura
dell’accelerazione elettronica del segno e della sovrappopolazione ha
inflazionato di messaggi la semiosfera, ed essi hanno perso ogni valore, ogni
spessore ... sono restati segni-segni, involucri di segni... la parola del web
e la tv è a decodifica sempre più istantanea e dunque superficiale, il
risultato è il degrado culturale, e di conseguenza quello della vita politica e
sociale.
5-scopare
come termine
non è certo granché, scopare... se per fare i moderni diciamo la filiera
pene-vagina non andiamo meglio. ma l’eros è l’unica forza che si contrappone
alla morte, è economico, salutare ed etico. i nostri tempi presuntamente
evoluti invece sono ancora fradici di sessuofobia, di politically correct, del
penitenzialismo strisciante di chi confonde morale e moralismo...
6-morire
bisogna
tuttavia imparare anche a morire – a vivere per morire, a morire per qualcosa.
morire bene e sensatamente è ancora più importante che vivere bene – vivere
sensatamente è poi del tutto impossibile. curare con l’audacia e la follia la
fobia che affligge il millennio.
7-divieto di pubblicità
ma come si può costruire un mondo nuovo, se tutta l’economia ergo tutta la politica per cui tutta la nostra vita si regge su queste grottesche menzognette, sui torbidi raggiri di figuri di successo, finti medici e esperti, paterni industriali rapaci, che fingono di amarci, che sembrano trepidare ogni istante per noi, che ci trattano con un rispetto regale, e a cui interessa in realtà, incontrovertibilmente, solo rifilarci il loro spazzolino tortellino lava-lavandino cazzinculino?
8-guardare le mattonelle
fermarsi
ogni tanto a guardare “davvero” una mattonella, un filo d’erba, la macchia che
è il nostro corpo nello specchio, ma guardarle non sentimentalmente, non utilitaristicamente,
non tecnicamente. guardare il fatto che esistono (non che esistono... ma “il
fatto” che esistono). dobbiamo sublimarci dal livello psicologico a quello
ontologico di percezione, se non vogliamo restare animali tecnicamente
equipaggiati, macchine che eseguono pensate.
9- insultare, farsi insultare, ridere, pensare all’infinito
basta col
politically correct. le finte indignazioni per la banana lanciata al nero (a
meno che non vogliamo demonizzare il calcio in sé, che è cretino e gratuito in
toto) e per le critiche presunte sessiste alle calze di emma (a meno che non
vogliamo espungere l’erotismo e il criterio di bellezza dai giudizi) abbassano
solo il tasso di godibilità del mondo, senza risolvere alcun problema.
immaginiamo sempre di guardare e giudicare queste cose da un punto della nebulosa
Laguna m8 ( ovviamente è auspicabile che l’humour noir faccia almeno ridere, e
che l’insulto sia etico)
10-vendere il pesce nei cartocci di giornale
eliminare la
plastica no, sarebbe pio utopismo... la plastica è diventata alla fine una cosa
del mondo. ma lo abbiamo davvero devastato, sommerso con una sostanza brutta che
si riduce in particelle piccolissime ma non si degrada mai, e prima o poi va a
finire in bocca ai pesci e a noi. non infilare ogni foglio di carta e ogni
qualcosa in una bustina di cellophane inutile del cazzo perché ci sembra più igienico
e professionale, fare la spesa con una borsa riutilizzabile, eliminare le
famigerate vaschette alimentari, presuntamente igieniche, e tutta la sfilza di
sostanze antisettiche e antibiologiche e inquinanti che la nostra fobia dei
batteri – il nemico invisibile che ha sostituito il demonio - e della vita ci
impone, fare carta igienica di tutte le regolette cee che le impongono, covid o
non covid, impegnarsi davvero singolarmente per rispettare il mondo, l’uomo, il
dio assente.
11-vivere al cospetto del dio assente
che dio ci
sia o non ci sia, siamo nati da dio e torneremo a dio, a un dio che magari mai
si sognerà di esistere e comunque di fregarsene un’acca della polvere sparsa
nel cosmo che siamo. solo ciò può dar senso all’esistenza. chi non ascolta dio
non ha nulla da dire al mondo, diceva agostino.
12-desistere
imparare a
non essere, a desistere da sé, disumanizzarsi, eviscerarsi dell’ego come si sventra
il pesce. imparare a guardare il mondo dalla posizione dell’altro – smontare il
proprio punto di vista molecola per molecola, capire che non siamo altro che il
dipartimento dislocato di una sola grande unità biologica e linguistica... una
volta capito, ma capito davvero, state certi... non ci saranno più ingiustizie,
né prevaricazioni, né guerre....
13-non seguire le regole
non prendere per oro colato nessuna regola, tantomeno queste,
ma inclusa la presente.
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