mercoledì 16 agosto 2023

grugniti

 



 

la mosca è nella posizione del lì

poi scorre lungo il lì, ed è sempre in un lì, lì

perlustra,  incrocia lo spazio

abrade lo spazio

ecco... un là

 

 

dio esiste? a volte, forse. dobbiamo fare finta che non ci sia? fra noi, non possiamo certo cavarcela... ci uccidiamo, entro e oltre certe distanze ci odiamo tutti, non abbiamo nessun appiglio quando sporgiamo dalla lingua, quando il relitto del corpo fluttua nel caos... ma da quale buco, da quale fessura si intravede? la bontà? i telescopi? le solitudini nel deserto? o in un moscerino, questo moscerino superstite all’inverno che perlustra senza senso  il suo spazio... eppure... eppure...

gli ucraini odiano i russi, e viceversa. gli israeliani, odiano i palestinesi. e viceversa. i maschi odiano le donne, e viceversa. i sé odiano gli altro. e viceversa. ma è una questione di stupidità, o essenziale?

 


i miei grugniti, mi stabiliscono nel mondo. li faccio corrispondere a una probabilità. ingoio aria, restituendo pallottole di suono.

a un certo punto, decido di essere. i bambini che giocano sul lastricato, il getto d’acqua della fontana, le lame di luce...

come è possibile... fare un viaggio... scendere a prendere una birra... una stanza... sposarsi... ammalarsi... sognare ciò che non è possibile

aggirandomi in me, a volte mi imbatto in certe carni oblunghe, e mi insedio per un qualche tempo lì...

 

 

una chiazza sulla superficie di uno specchio, di notte... che scivola sul piano delle terre, i lastrici, sui piani rialzati dei condomini... e tutto questo spazio a perdita d’occhio...

perché le cose al buio sono buie? perché erano già buie prima, erano già continue, terrose, pastose  ...

la prova che la luce sia mentale, è che è la stessa che è emanata nei sogni... sugli oggetti immersi nei neuroni di notte, non c’è il sole, non c’è alcuna luce, ma noi li vediamo “nella stessa luce” del giorno.

così, in questa pasta sciropposa di semioscurità in cui ora sono affondato, mi vedo meglio


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