sabato 31 luglio 2021

Agamben Cacciari e il green pass

 Ritengo Giorgio Agamben e Massimo Cacciari i 2 più lucidi pensatori in Italia, e ho criticato fin dall’inizio il clima di psicosi creato intorno al Covid dai media e la politica, ma ritengo gran parte delle loro recenti critiche al green pass non sufficientemente fondate.  Credo, anche in base alla mia diretta esperienza di laboratorista, che alcune correzioni alla norma siano necessarie, e nella fattispecie: 1) nel momento in cui si obbliga di fatto chi non vuole vaccinarsi a eseguire continui tamponi , bisogna stabilire delle esenzioni e cmq un prezzo politico agli stessi  (i test, acquistati in quantità ospedaliere, vengono oggi a costare 2-3 euro ma sono venduti a 25-50€)

2) bisogna prevedere nei locali dove ciò è possibile alternative comportamentali al green pass (es. mascherina e distanza nelle palestre) 3) invece di cianciare di percentuali di efficacia del vaccino, bisogna eseguire a tutti il semplice dosaggio degli anticorpi. la quasi totalità dei vaccinati contagiati sono semplicemente persone che non li hanno sviluppati, come può accadere per tutti i vaccini. 4) bisogna spostare l’età dell’esenzione dall’obbligo, 12 anni è troppo bassa considerando che fino a 40-50 anni il Covid è assolutamente meno pericoloso di un’influenza, che il contagio è basso, che lo sviluppo naturale di anticorpi è anzi auspicabile e che il soggetto asintomatico trasmette molto meno di quello sintomatico. Sono correzioni che hanno un costo, ma se ne sono sprecati per norme meno utili... . Detto questo, io nemico della psicosi da Covid e di molte norme insensate, come la mascherina all’aperto, sono del tutto favorevole ai vaccini. Poco collaudati, certo, ma questa è la norma per tutti i farmaci che adoperiamo, in certi casi, un po’ tutti, anche chi è come me contrario al loro diffuso abuso. Basta leggere 3 bugiardini per constatare, numeri alla mano, che i rischi di morte dei vaccini sono molto inferiori a quelli di un’aspirina o qualsivoglia altro farmaco. La limitazione della libertà, certo, è un rischio. Ma la questione è che se c’è uno stato di emergenza reale, è proprio, di fatto e al di là del merito, quello di prolungare questa condizione sociale e politica all’infinito. Uno stato di emergenza prodotto non dal Covid, che è una malattia seria ma certo non più grave del cancro o dell’infarto, o del vaiolo, il tetano, la rabbia e altre malattie controllate proprio dall’uso dei vaccini, ma dalla psicosi che di fatto si è creata. In altri termini, da questa condizione possiamo uscire solo se pratichiamo una vaccinazione di massa.  E’ una questione di strategia e tempismo, se la tigre è ferita, e c’è nostro figlio nei paraggi, dobbiamo darle il colpo di grazia ora, senza tergiversare pericolosamente. Dunque, vacciniamoci fino a raggiungere l’immunità di gregge, ad ogni costo, anche del sacrificio di qualche libertà, e poi cominciamo a riflettere seriamente su quanto scrive Agamben da 1 anno e mezzo, su cui io concordo pienamente. 

3 commenti:

  1. Condivido totalmente le tue considerazioni, invece ritengo che tu sia troppo generoso nei confronti di Cacciari e di Agamben, che sono due pensatori che si possono trascurare senza perdere nulla. Invece, se vuoi, ti indico un vero filosofo e pensatore che sicuramente troverai più stimolante e su cui spesso ti troverai d'accordo: Andrea Zhok. Ha anche un profilo facebook, anche se non so ancora per quanto.

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  2. scusa leggo in ritardo il commento. conosco, superficialmente ma quanto basta per apprezzarlo non poco, Zhok, spero di approfondirlo, ma ribadisco la mia stima per Agamben e Cacciari. Aggiungo alla triade, permettendomi di consigliartelo, anche Emanuele Coccia

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