Ritengo Giorgio Agamben e Massimo Cacciari i 2 più lucidi pensatori in Italia, e ho criticato fin dall’inizio il clima di psicosi creato intorno al Covid dai media e la politica, ma ritengo gran parte delle loro recenti critiche al green pass non sufficientemente fondate. Credo, anche in base alla mia diretta esperienza di laboratorista, che alcune correzioni alla norma siano necessarie, e nella fattispecie: 1) nel momento in cui si obbliga di fatto chi non vuole vaccinarsi a eseguire continui tamponi , bisogna stabilire delle esenzioni e cmq un prezzo politico agli stessi (i test, acquistati in quantità ospedaliere, vengono oggi a costare 2-3 euro ma sono venduti a 25-50€)
2) bisogna prevedere nei locali dove ciò è possibile alternative comportamentali al green pass (es. mascherina e distanza nelle palestre) 3) invece di cianciare di percentuali di efficacia del vaccino, bisogna eseguire a tutti il semplice dosaggio degli anticorpi. la quasi totalità dei vaccinati contagiati sono semplicemente persone che non li hanno sviluppati, come può accadere per tutti i vaccini. 4) bisogna spostare l’età dell’esenzione dall’obbligo, 12 anni è troppo bassa considerando che fino a 40-50 anni il Covid è assolutamente meno pericoloso di un’influenza, che il contagio è basso, che lo sviluppo naturale di anticorpi è anzi auspicabile e che il soggetto asintomatico trasmette molto meno di quello sintomatico. Sono correzioni che hanno un costo, ma se ne sono sprecati per norme meno utili... . Detto questo, io nemico della psicosi da Covid e di molte norme insensate, come la mascherina all’aperto, sono del tutto favorevole ai vaccini. Poco collaudati, certo, ma questa è la norma per tutti i farmaci che adoperiamo, in certi casi, un po’ tutti, anche chi è come me contrario al loro diffuso abuso. Basta leggere 3 bugiardini per constatare, numeri alla mano, che i rischi di morte dei vaccini sono molto inferiori a quelli di un’aspirina o qualsivoglia altro farmaco. La limitazione della libertà, certo, è un rischio. Ma la questione è che se c’è uno stato di emergenza reale, è proprio, di fatto e al di là del merito, quello di prolungare questa condizione sociale e politica all’infinito. Uno stato di emergenza prodotto non dal Covid, che è una malattia seria ma certo non più grave del cancro o dell’infarto, o del vaiolo, il tetano, la rabbia e altre malattie controllate proprio dall’uso dei vaccini, ma dalla psicosi che di fatto si è creata. In altri termini, da questa condizione possiamo uscire solo se pratichiamo una vaccinazione di massa. E’ una questione di strategia e tempismo, se la tigre è ferita, e c’è nostro figlio nei paraggi, dobbiamo darle il colpo di grazia ora, senza tergiversare pericolosamente. Dunque, vacciniamoci fino a raggiungere l’immunità di gregge, ad ogni costo, anche del sacrificio di qualche libertà, e poi cominciamo a riflettere seriamente su quanto scrive Agamben da 1 anno e mezzo, su cui io concordo pienamente.
Condivido totalmente le tue considerazioni, invece ritengo che tu sia troppo generoso nei confronti di Cacciari e di Agamben, che sono due pensatori che si possono trascurare senza perdere nulla. Invece, se vuoi, ti indico un vero filosofo e pensatore che sicuramente troverai più stimolante e su cui spesso ti troverai d'accordo: Andrea Zhok. Ha anche un profilo facebook, anche se non so ancora per quanto.
RispondiEliminae con cui, ovviamente
RispondiEliminascusa leggo in ritardo il commento. conosco, superficialmente ma quanto basta per apprezzarlo non poco, Zhok, spero di approfondirlo, ma ribadisco la mia stima per Agamben e Cacciari. Aggiungo alla triade, permettendomi di consigliartelo, anche Emanuele Coccia
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