Mica me era attraversato, agito, sostenuto da una corrente di desiderio, in Esercizi ho cercato di estrovertire quel desiderio in gesto politico. si tratta di istruzioni, informazioni, addestramenti percettivi volti a un fine sociale, politico, civile – e infine applicati.
il nuovo libro, Esercizi per accorgersi del mondo, titolo che alla fine è restato perché il più corrispondente ai contenuti, uscirà pare il 15 novembre (corrige: fine novembre), per Transeuropa. si spera che l’editore giustificherà l’operazione di solidificazione del magma bloggistico in materia di cellulosa e inchiostri, distribuendolo adeguatamente, o almeno decentemente. d’altronde non parliamo male degli editori coraggiosi, quali appunto giulio milani... sono loro gli eroi ai tempi dell’ignoranza, non gli scrittori...
se c’è un libro ci deve essere uno scrittore, si potrebbe dire semiologicamente.
potrebbe ribattere derrida che ogni uomo è uno scrittore, che la parola umana si differenzia dal verso animale perché imprime la sua traccia in un supporto che la fa durare, che sia lo schermo, la carta, la pietra, il corpo in cui si iscrive il gesto o il neurone.
in questo senso mi va bene la
definizione di scrittore, in altri non so... io mi occupo di laboratoristica,
di olivicoltura, di astri, di scritture e parole di ogni tipo... ma amo la
lingua, patisco intensamente la lingua, e peraltro riesco a dire adeguatamente, efficacemente, solo
nello spazio e nella durata della pagina - lì dove si pratica in genere la scrittura.
ho pubblicato dunque, oltre a
articoli, saggi, plaquette, un libro nel 2008, Mica me, con Orientexpress. l’ho ripreso ieri in mano. è un testo
singolare, scritto a accensioni, a vampate, a pousseé, di frammenti a volte brucianti,
a volte discorsivi e circonvoluti, che francesca siciliano fece leggere a
francesco de sio lazzari, e che è stato pubblicato solo grazie al coraggio di
questo intellettuale napoletano la cui avventurosità, integrità etica,
generosità mi appare sempre più nitida nel contesto di un mondo editoriale che
è sempre più caratterizzato dal disinteresse, dall’agonismo, dal settarismo, o
nel caso migliore da una sorta di imbelle fatalismo. non ho inserito nell'elenco i fattori commerciali, che paradossalmente sono i più giustificati, finché il pubblico non legge.
Mica me è un libro giovanile, anche se
l’ho pubblicato a 47 anni, in cui circola uno struggente slancio vitale,
sorretto da desideri e nostalgie immalinconite. è un libro caotico, da cui
si può estrarre, e molti l’hanno fatto, un bel libro, un libro forse
importante, ma solo a condizione che si siano pensati gli stessi pensieri,
provati gli stessi sentimenti. forse questo vale per tutti i libri che non si
limitino ad eseguire un canone... un libro che abbia senso, valore,
effettualità, un libro attivo, che non sia un esercizio di destrezza o una prestazione
agonistica, può essere scritto solo dal lettore, lo sapeva wittgenstein. deve
essere il lettore stesso, indotto dal libro, a produrre il codice linguistico
in cui esso si disporrà.
il destino, la fortuna si dice, o
la sfortuna letteraria di Mica me è facilmente riassumibile. è stato misconosciuto dalla critica dei critici, ignorato dal pubblico, apprezzato e anche amato dagli scrittori, artisti, o anime attente in generale,
che lo hanno letto. ne hanno scritto o parlato valerio magrelli, franco
arminio, tiziano scarpa, francesco forlani, enrico capodaglio, andrea di
consoli, elio paoloni, adelelmo ruggieri, viola amarelli, felice casucci, roberto
saviano, gianni celati, mariangela gualtieri, eugenio de signoribus e tanti
altri, lo hanno amato artisti di varia provenienza, come ugo simeone, o adriana
borriello che ne trasse uno spettacolo di teatro-danza, Di me in me, presentato
alla biennale danza di venezia.
in sintesi, l’effetto che ha avuto
sul mondo è stato nullo. non parlo di successo, parlo di senso e significato.
il significato è l’uso, diceva wittgenstein. se queste parole nessuno le ha
usate, non sono diventate un attrezzo del mondo come una vanga, un farmaco o
una ricetta di cucina, non hanno avuto significato.
forse perciò ho cominciato a
scrivere in un modo un po’ diverso, più estrovertito, finalizzando il mio
lavoro sulla percezione a un suo possibile utilizzo. inutile fingere che sia io a decidere come scrivere, io posso al massimo decidere della decisione altrui, posso ratificare, o personalizzare, o magari reagire.
Mica me era attraversato, agito, sostenuto da una corrente di desiderio, in Esercizi ho cercato di estrovertire quel desiderio in gesto politico – nel senso più ampio del termine. si tratta di istruzioni, informazioni, addestramenti percettivi – qualcosa che assomiglia esteriormente alle ricerche e sperimentazioni linguistiche di buona memoria, ma ha una funzione diversa – volti a un fine sociale, politico, civile. c’è poi un secondo codice del libro, che è quello teorico e divulgativo, in cui contestualizzo quegli esercizi e ne spiego il senso. infine c’è un livello applicativo, analisi dei fenomeni sociali e politici – dai migranti a chiara ferragni, dal covid alla finanza – a partire dai nuovi sentimenti esplorati, analisi agganciate al corpo profondo, alla falda profonda del sentire. ma sono presenti vari altri codici linguistici, il comico, il lirico, il narrativo, il filosofico.
in tal senso, mi sembrava, se ogni
uomo è uno scrittore, forse questo secondo libro potrebbe essere o diventare
quello di uno scrittore nel senso tradizionale. Mica me era caotico, non c’è
dubbio – a parte il problema tecnico comune ai 2 libri, e proprio dell’editoria
elettronica, di non poter riguardare a fondo la struttura del libro dopo
l’impaginazione e la bozza finale. Era una nebulosa da cui ciascuno estrae il
suo libro. Esercizi, pur restando una pubblicazione molto atipica, con una
struttura bloggistica quasi inedita -
non è una semplice raccolta di post, non è una semplice trasposizione di blog,
ma la rielaborazione e ristrutturazione di un blog in un testo stampato –
potrebbe essere un libro a cui qualcuno può trovare una funzione (ps del 26 gennaio... al momento, nonostante qualche bella recensione come quella di domenico pinto sul manifesto, la mia sensazione è che potrebbe avere la stessa sorte di Mica me... un po' meno illegibile, ma ugualmente illetto...)
Sommario
Esercizi per accorgersi del mondo
esercizi per accorgersi del mondo
tra parentesi (per i morti di
lampedusa)
vacillamenti della città avellino
il maiale prima di me
il niente che non è neanche quel
niente
corteccia perisilviana sparpagliata
il bacio veramente con la lingua
bestie
da successo......................................................................................................
Io, Rio, l’taria che pensa, je
parle...
in alta lingua (il signor magrelli e
il signor baudelaire).................................................
da "il piccolo sé e la piccola
me"
ius sanguinis – sui fatti di
bolzaneto
per un abbecedario della sinistra
barbagianni, merendine e terzi piani
dove sta zazà – ripensata da
francesco forlani
ANHA SAPTA (epoca 7, in sanscrito
maccheronico)
qualche scritta su van gogh - la
giallezza
la vulva di claretta, il gorilla alfa
Lo stato-fiume - appunti dal caribe
colombiano
nota su troisi – l’imbarazzo di
essere napoletano
il cavaliere inesistente. oroscopo
del noto Silvio B.
da “La parola giuridica e la parola
letteraria”
l'amore
che non serve...............................................................................................
la stessa frittata
virus in fabula..................
......................................................................................
Il vero evento del mondo, quello che dovrebbe sbalordirci
ogni giorno, è forse il fatto che esista e accada. E’ la sua ovvietà, che è
straordinaria. Comprendere ciò, significa comprenderlo più profondamente, e ci
offre una chiave possibile per trasformarlo.
C’è bisogno forse di un nuovo approccio alla politica e all’analisi
sociale, un approccio più radicale, fondato
su un diverso rapporto fra il sentire profondo dell’uomo e la realtà.
Avvalendosi di una forma innovativa mutuata dal blog e la scrittura
elettronica, l’autore spazia da tematiche sociali di scottante attualità – lo
strapotere della finanza, la degenerazione della politica, l’accelerazione
elettronica del segno, il covid – a sperimentazioni linguistiche e percettive,
da penetranti riflessioni sul tempo,
sull’eros, sulla morte, a surreali
fantasie comiche e stralunati racconti di viaggio, seguendo il filo di un’ispirazione
ondivaga ma coerente che replica la complessità del mondo.
Livio Borriello è nato nel 1961 ad Avellino, dove vive. Ha collaborato a diverse riviste, cartacee e web, di scrittura e critica letteraria. Nel 2008 ha pubblicato Mica me (edizioni OXP), che ha ricevuto ottima accoglienza critica.
recensioni a Mica me
Una
fenomenologia del quotidiano svolta per prospettive estranianti, a volte
violentemente materiche, a volte meditative e astratte
Valerio Magrelli - Nuovi Argomenti
Borriello
getta uno sguardo ironico e tragico sul mondo occidentale, rifiutando
radicalmente tutto ciò che non sia una profonda e consapevole percezione del
sé.
Andrea Di Consoli - L'Unità
Siamo
di fronte a un'impresa smisurata, al tentativo di accedere alla vera densità
delle cose, densità che è sempre lontana dalle diluizioni del contingente più
prosaico e dai grumi artificiosi del lirismo.
Franco Arminio - Il Corriere del
Mezzogiorno
Un
libro splendido
Tiziano Scarpa –www. ilprimoamore.com
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