(anche se una persona responsabile percependo il rallentamento delle reazioni di 20 millisecondi, potrebbe semplicemente rallentare la velocità di guida di 10 km/h, neutralizzando l’effetto dell’alcool e riportando il tempo finale di reazione agli stessi valori di quelli di un conducente sobrio...tutte le funzioni biologiche si basano su simili processi di regolazione dei riflessi)
giustissimo è però anche vietare la guida ai conducenti
maggiori di 40 anni,
le cui reazioni sono ovviamente, e come ci attestano le statistiche relative a qualsivoglia prestazione sportiva, fisiologicamente rallentate di ben più che pochi millisecondi, e a questo punto direi anche alle persone fino ai 25 anni, che non hanno ancora stabilizzato gli automatismi stimolo-risposta per insufficiente accumulo e consolidamento di dati.
le cui reazioni sono ovviamente, e come ci attestano le statistiche relative a qualsivoglia prestazione sportiva, fisiologicamente rallentate di ben più che pochi millisecondi, e a questo punto direi anche alle persone fino ai 25 anni, che non hanno ancora stabilizzato gli automatismi stimolo-risposta per insufficiente accumulo e consolidamento di dati.
giustissimo naturalmente vietare la guida anche a persone
malate di vario tipo, e ad es. con mal di testa, denti, schiena, dito ecc . per
non dire di condizioni più gravi e invalidanti. ciascun conducente dovrebbe
ovviamente eseguire almeno una glicemia, un emocromo, un ammonio e un pt prima
di porsi alla guida. ideale sarebbe eseguire anche una tac.
inutile dire che è auspicabile l’obbligatorietà di un referto polisonnografico che
garantisca che il conducente abbia dormito almeno 7 ore, essendo ben noto che
la deprivazione di sonno incide su attenzione e prestazione ben più che il
bicchiere di vino (Moroni, cit.). utile anche un’analisi della percezione
soggettiva e sugli effetti soggettivi della sonnolenza. e infine anche una
perizia giurata che certifichi che il soggetto anche in condizioni normali sia
“sveglio”, abbia un QI adeguato, una psiche equilibrata e dei normali ritmi
circadiani.
ovvio, poi, a proposito di condizioni percettive, che appare
a questo punto più che opportuno vietare del tutto la guida dal tramonto
all’alba, quando è macroscopico che le capacità visive degli esseri umani sono
ridotte di fattori dell’ordine delle migliaia
(100 lux di un faro d’auto contro 50.000 lux della luce del sole), ovvero
un numero incalcolabile di volte più della riduzione percettiva comportata dal
bicchiere di vino. questo vale a maggior ragione per le persone che presentino
una bassa concentrazione nei bastoncelli retinici di rodopsina, il cui monitoraggio
è dunque fortemente raccomandato. con forte pioggia e nebbia si propone
ovviamente lo stesso problema, e in termini ridotti in caso di nuvolosità. a partire da due ore prima del tramonto e fino a due ore dopo l'alba il sole basso produce notoriamente pericolosissimi abbagliamenti, ed è d'uopo sospendere la guida. a
nord della lapponia e a sud di sidney, manco a dirlo, si dovrebbe vietare l’uso
di ogni tipo di autoveicolo.
giustissimo naturalmente è vietare la guida a persone che si
trovino in una qualsivoglia condizione psichica che devii da quella standard, ad
es. in uno stato di particolare relax, che può determinare un rallentamento
delle reazioni perlomeno pari a quello procurato dal bicchiere di vino. in particolare appare necessario monitorare
prima di porsi alla guida i valori degli ormoni anti-stress, l’ossitocina e la
serotonina. ma a maggior ragione è indispensabile testare i valori degli ormoni
dello stress, in particolare adrenalina, noradrenalina, cortisolo, gh e infine
il profilo tiroideo. un conducente aggressivo, stressato, coi nervi a fior di
pelle, vuoi per una predisposizione fisiologica che per aver litigato con la
moglie sull'eterna questione del posto delle sottilette nel frigo, è inutile dirlo
che è ben più pericoloso di un conducente che ha bevuto un bicchiere di vino. naturalmente deve essere vietato
anche l’uso del caffè, il tè, la cioccolata e il peperoncino (col suo alto contenuto di capsicina)... basti pensare
che secondo un’attendibile stima il consumo di caffè, considerato globalmente, è
responsabile di un maggior numero di delitti e incidenti che non quello della
cocaina, l’anfetamina o l’angel dust.
ritornando alla questione ormonale, è ben noto che il titolo di tali
sostanze nel sangue può variare anche ogni mezz’ora. appare dunque necessario e
indispensabile che questo bell’elenco di test – a carico del SSN – sia eseguito
ogni mezz’ora, predisponendo appositi presidi laboratoristici lungo le strade. naturalmente
per riporsi in viaggio bisogna attendere l’esito degli esami.
ma la questione non finisce qui. quale effetto imprevedibile
può comportare nell’assetto psico-ormonale, pur in un conducente appena screenato
e analizzato dalla testa ai piedi, una
discussione durante la guida non dico con la suocera o il rivale al lavoro, ma
anche con la moglie e i figli? appare dunque necessario che nessun conducente
trasporti persone fino al terzo grado di parentela, suocere, colleghi,
assicuratori e qualsivoglia umano che da apposita perizia giurata non gli
risulti antipatico e non gli faccia pigliare il nervoso. in più sarebbe opportuno periziare che anche con
viaggiatori “sicuri” la conversazione non verta su argomenti a cui lui risulta
particolarmente sensibile, per es. la lunghezza dei nasi se ce l'ha lungo e ha il complesso, il matrimonio gay se è omofobo, i favoritismi degli arbitri alla
juventus se è interista, la politica in generale e in particolare le pensioni
d’oro, le tasse, le multe e le zanzare.
ma il problema in verità è anche più complesso, perché la
mente umana è imprevedibile e al compagno di viaggio più tranquillo e dalla
conversazione più sorvegliata, può dare di volta il cervello, per cui si
ritiene che sia opportuno che il conducente guidi sempre da solo.
e tuttavia per quanto detto il cervello potrebbe dare di
volta allo stesso conducente, procurando così sicuro nocumento a sé e agli
altri. sarebbe sufficiente una perizia psichiatrica , ad attestare il basso
rischio di tale evento? certamente no, la procedura è praticata per i piloti
d’aereo, ma in numerosi casi (almeno 7 nell’ultimo decennio) l’insorgere della
follia è stato repentino e inopinato.
per garantire sicurezza assoluta nella guida è evidente
dunque che si rende necessario l’uso generalizzato e obbligatorio di un pilota
automatico. e tuttavia chi controllerebbe chi controlla il pilota automatico? e
quale tecnologia potrebbe prevedere i movimenti delle nuvole o i flares solari
che determinano imprevedibili riflessi e artefatti che potrebbero ingannare i
sensori automatici, per non dire del possibile uso terroristico di tali tecnologie?
ma un’altra questione più sottile si pone. quest’auto senza
conducente e senza passeggeri, che porterebbe e a cosa servirebbe?
è evidente da tutta questa serie di considerazioni che la
risoluzione più saggia appare quella di abolire le auto, che alla fin fine
inquinano e fanno arricchire le multinazionali.
d’altronde è innegabile che il crollo del mercato dell’auto
metterebbe in serio pericolo l’intero equilibrio dell’economia mondiale,
incidendo su una catena di attività che vanno dall’estrazione di idrocarburi
alla costruzione di strade
dunque le auto dovrebbero continuare a essere prodotte e a
circolare, ma senza assolvere alla loro banale e svilente funzione di
trasporto, bensì per la pura gloria dell’uomo
queste auto perfettamente sicure sarebbero la celebrazione
della sua potenza tecnologica, del suo dominio sulla materia, sul tempo e
lo spazio. d’altronde, per muoversi non ci sono già i piedi?
come gli astri, percorrerebbero le loro traiettorie in
eterno, scintillanti, cromate, veloci, sicure... perfetta immagine dell’uomo,
perfetta immagine del mondo, perfetta immagine divina...
"anche se una persona responsabile percependo il rallentamento delle reazioni di 20 millisecondi, potrebbe semplicemente rallentare la velocità di guida di 10 km/h, neutralizzando l’effetto dell’alcool e riportando il tempo finale di reazione agli stessi valori di quelli di un conducente sobrio"
RispondiEliminammm... potrebbe essere, ma di solito l'alcool modifica anche la percezione del pericolo in modo molto difficile da quantificare. oppure si potrebbe commissionare ad un istituto di ricerca tedesco (a me i tedeschi hanno sempre fatto paura, quindi li vedrei calzanti all'uopo) la realizzazione di un allàrmetro, ovvero di uno strumento in grado di misurare lo stato di allerta. però tutto il resto del tuo ragionamento fila.
: )
: ))
è certo opportuno inventare l'allarmetro e renderlo obbligatorio....
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