Ugo Simeone si rapporta a uno
spazio totale. Le sue icone dovrebbero galleggiare “en abyme”, nel plasma intersiderale
privo d’aria, ma poiché ciò non è materialmente possibile e peraltro
ecologicamente accettabile, egli le fa sorgere dal bianco o dal nero puri.
Nelle opere precedenti, da Colpo a Icona, l’oggetto rappresentato scaturiva dal
nero - e poteva essere la buccia di un mandarino, o una figura in croce enigmatica
e abbagliante. Quelle figure erano potentemente sintetiche, prive di dettagli e
analisi, dunque astratte. In Matrice, Simeone si addentra invece nelle minuzie
del reale, cesellandole interminabilmente grazie alla sua paziente perizia, e
avvalendosi della sua leggendaria batteria di matite; e le sospende nel bianco
di un grande foglio di carta Fabriano adeso a una lamina metallica. Traccia in
tal modo un percorso dalla luce alla luce riflessa, dalla forma alla sostanza, dal
fenomenico al biologico. Si tratta di un biologico che tuttavia, non essendo
identificato, apparendo del tutto decontestualizzato, si rovescia di nuovo
nell’ontologico.
BIBLIOGRAFIA
Livio Borriello, Nel labirinto delle matrici di Ugo Simeone, ne ORIENTEXPRESS.NA.IT
Stella Cervasio, “Matrici” di Ugo Simeone, la luce che inonda le opere, ne LA REPUBBLICA NAPOLI; mercoledì, 10 Gennaio 2007.
Cecilia Antolini, Matrice di Ugo Simeone, EXIBART ONPAPER, anno V; n. 35, Dicembre 2006, Gennaio 2007. WWW.EXIBART.COM
In sostanza che operazione compie Simeone? Individua un
oggetto concreto, un’infiorescenza del reale, deiscenza vegetale, sporangio,
follicolo, corpo luteo, proliferazione, polluzione, lesione – non si sa in
verità di cosa si tratti, e l’autore è lì che vigila ferocemente ad impedirlo
- lo astrae nello spazio intimo della
retina, e ne deposita lievemente i contorni, con un tratto finissimo, delicato
e spietato, in un campo bianco che lo isola da ogni possibile contesto o
paradigma di senso. Il risultato del gesto è che inopinatamente il grado di
realismo della figura risulta inversamente proporzionale alla precisione del
dettaglio, e l’astrazione proporzionale alla meticolosità fedele della
descrizione. L’oggetto affilatissimo si spunta, implode e si dissolve sconcertando, allibendo
l’osservatore.
In qualche modo esiste un punto di tangenza fra linee
matematiche e discontinuità del reale in cui Simeone fa quadrare il cerchio.
Nella labirintica matrice di Simeone, ci si può addentrare
per ore. Ci si può perdere negli infinitesimali dettagli, si può sprofondare
con la finezza della sua punta di grafite nella consistenza bruta
e materiale dell’oggetto, nella sua infinita divisibilità, nella sua illimitata evidenza. Nello
stesso tempo, questo oggetto resta impenetrabile, opaco, foderato, ermetico,
perché resta un oggetto puro, un oggetto nella sua nudità di
oggetto.
Sicuramente, procedendo nel labirinto, si arriva al punto di
origine, ma altrettanto sicuramente, arrivati lì, ci si accorgerà di essere
ancora alla partenza, perché quel punto non esiste, si è spappolato durante il
tempo in cui Simeone l’ha pensato.
Se l’oggetto descritto è un baccello – forse è un baccello –
è un baccello come lo descriverebbe un alieno, un protozoo, un dio
mesopotamico, un prete o Bataille durante un orgasmo, è un baccello estatico,
estroverso da sé, è la punta del baccello terrestre e fitomorfo che tocca la
matrice divina di cui quel baccello è ipostasi.
L’approssimativa riproduzione da web che presento
naturalmente non rende ragione di tutto questo...spero comunque di aver stimolato
qualche passante del web a cercare occasioni di guardare i suoi lavori dal
vero...
Ugo Simeone
2006
Matrice (particolare)
Disegno a grafite, grafite a polimeri, creta nera, carboncino Conté e matita Rimmel su carta Fabriano n. 5 al 50% di cotone dal PH neutro, di 210 g/m² montata su alluminio laminato da 1 mm con pellicola adesiva Daschen, priva di acidi
cm. 70X100
ESPOSIZIONI PERSONALI: 2006 - Matrice, a cura di Cecilia Antolini, Galleria Nuvole Arte contemporanea, Montesarchio (BN).
Disegno a grafite, grafite a polimeri, creta nera, carboncino Conté e matita Rimmel su carta Fabriano n. 5 al 50% di cotone dal PH neutro, di 210 g/m² montata su alluminio laminato da 1 mm con pellicola adesiva Daschen, priva di acidi
cm. 70X100
ESPOSIZIONI PERSONALI: 2006 - Matrice, a cura di Cecilia Antolini, Galleria Nuvole Arte contemporanea, Montesarchio (BN).
ESPOSIZIONI COLLETTIVE: 2007 – Allarmi 3 - nuovo contingente, a cura di Cecilia Antolini, Alberto Zanchetta, Alessandro
Trabucco, Ivan Quaroni. Caserma De Cristoforis, Como.
BIBLIOGRAFIA
Livio Borriello, Nel labirinto delle matrici di Ugo Simeone, ne ORIENTEXPRESS.NA.IT
Stella Cervasio, “Matrici” di Ugo Simeone, la luce che inonda le opere, ne LA REPUBBLICA NAPOLI; mercoledì, 10 Gennaio 2007.
Cecilia Antolini, Matrice di Ugo Simeone, EXIBART ONPAPER, anno V; n. 35, Dicembre 2006, Gennaio 2007. WWW.EXIBART.COM
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