sono attrattivi gli organismi che non sanno di esistere, che sanno poco di esistere. la carne che non sa di esistere è attraente perché la coscienza – il linguaggio – erode sempre un po’ l’esistere. il sapere, il linguaggio, lo consumano, si ispessiscono a sue spese.
in
chi ha vissuto meno, in chi è stato meno, in chi è fatto di meno passato – di
più futuro – c’è meno lingua, meno tempo vissuto, meno tempo esistito, meno sedimentazione
del succedersi delle cose. solo chi è stato meno, chi è meno tempo, può essere
nella pienezza che non lascia residui, può essere il suo presente senza lo
strascico e il peso del passato, fatto di una materia antitetica. nel neonato questa condizione
si realizza perfettamente, la curva si inverte progressivamente fino a
comprendere solo il passato nel moribondo.
nelle donne (che trovo) attraenti (penso ora a...) una sorta di porosità, di esposizione, di cedevolezza, di perforabilità, quasi di impersonalità e sostituibilità , che dovrebbe in qualche modo fare posto, e lasciare l’altro defluirvi. questa cedevolezza significa scomparire, per farsi attraversare, per trasparire.
questa donna deve essere un posto, deve diventare quel posto che essenzialmente siamo. noi siamo un posto colmo di carne, e in parte anche a sua volta di altri spazi, di cavità definite da una forma (stomaco, vulva ecc), e un posto che proprio in quanto tale produce un'aura di segni – di rapporti spaziali e temporali con altri posti.
solo chi lascia il suo posto in questa cedevolezza, chi occupa la propria porzione di mondo nella provvisorietà, chi si lascia occupare, chi diventa la propria condizione di spazio e tempo vuoti, e annulla se stesso in quanto fisicità, in quanto meccanismo inerte, produce la tensione attrattiva - quel certo rimescolamento del sangue, quel certo sperdimento, quel sentirsi in bilico o sull’orlo dell’altro.
che c’entra allora la giovinezza, perché la faccenda funziona meglio con vuoti riempiti da poco? a parte le ovvie ragioni meccanicistiche (biologiche), (e in quanto tali amorali), probabilmente l’effetto è più potente se il posto vuoto entra in tensione con una pienezza, con un turgore, una capacità di produrre eccedenza e dispersione, che è propria delle fasi biologiche nascenti e anaboliche.
o forse l'annullarsi dello psichico deve semplicemente potenziare il materico, il fisico - e la sua carica di ineffabile fascinazione? ciò che è psicologico è anti-seduttivo, perchè è spiegabile (può essere ricondotto a una sequenza causa-effetto). il magnetismo, la fascinazione, il sortilegio - deve avere sempre un'origine numinosa e irriducibile.
ci deve essere allora una consistenza e un’inconsistenza, una matericità e un'immaterialità, un gravare e uno svanire. questo genera la forza di rimescolamento, riconduce le cose separate a un’unità remota e essenziale, a quella fusione, diffusione, dissoluzione, a quello stato di continuità che chiamiamo eros.
e la bellezza, che certo entra in gioco in maniera decisiva nei meccanismi d'attrazione? per farla rientrare in quest'analisi, si dovrebbe riportare la bellezza erotica a un concetto di pienezza e compiutezza della forma. questo spiegherebbe anche perché essa può apparire meno dipendente dall'età biologica (la bellezza che resiste al tempo) e in qualche modo anche dalle caratteristiche somatiche (la cosiddetta, presunta bellezza interiore).
queste analisi mi sembrano cmq molto inadeguate - e infatti sto correggendo e tormentando il post in continuazione - sia nella lingua - in molti passaggi imprecisa - sia nella sostanza. mi accorgo ad esempio ora di aver trascurato e di aver difficoltà ad integrare un elemento fondamentale dei meccanismi erotici, quello del suo rapporto al male. scrisse baudelaire che l'unico vero piacere dell'amore è nella certezza di fare il male, e in questo c'è certamente una verità profonda. sì, in "a colei che è troppo gaia" - dedicata all'esuberante apollonie sabatier - anche b. mette in rapporto questa pulsione alla pienezza, la spiega col desiderio di punire, di ferire l'integrità dell'altro, di vendicarsi della sua buona salute. ma qui è un po' riduttivo rispetto all'aforisma precedente. c'è in questo desiderio di ferire il bisogno di "importare" all'altro? o un bisogno di sostituirlo? né è collegabile semplicemente a una modalità maschile - la penetrazione, il dominio - poiché prescinde dal sesso. ci deve essere qualcosa di più...è forse il piacere di trasfondersi, di trasvenarsi nell'altro ledendo la sua integrità, la sua ermeticità? è una prova ontologica, un gaudio, una gioia, un trionfo del sé, nella certezza di agire al livello più profondo nell'altro - il godere ad es. della sua gelosia? un sentirsi necessario, insostituibile e onnipotente? ma perchè allora si percepisce come un atto d'amore? e certo non possiamo considerare amorosa l'effettiva malvagità, o l'accanimento di certi ex amanti, che arriva come si sa talvolta fino al delitto pseudo-passionale. l'amore consiste allora nel prendere il posto dell'altro, nel ribaltarsi nell'altro? o forse, più profondamente, bisogna rifarsi al concetto di sacrificio, e alla sacralità che vi è connessa? il vero segno dell'amore - il segno che l'altro percepisce il dio che è ciascuno di noi - è il sacrificio che ci dedica ... bah, devo evidentemente rimandare a un altro post o ad altre correzioni...
lei è proprio sicuro che sia questa la donna che piace?
RispondiEliminaquest'analisi secondo il mio parere propone un'immagine di donna un po' stereotipata, remissiva, giovane e belloccia, che non corrisponde a quella della donna moderna, aggressiva e dotata di una forte personalità.
donnapensante58
non è la prima volta che mi si fanno "appunti" del genere...che però, posto che effettivamente come ho scritto i meccanismi dell'attrazione possono essere molto vari, non so quanto siano pertimenti... a me interessa analizzare un livello della questione ancor prima che psicologico, ancor prima che archetipo... ammetto: non ci riesco del tutto, ma io vorrei individuare l'ontologia (ecco:il termine lo so che è inadeguato) dell'eros, vorrei capire in che modo o perchè delle cose animate collocate in un certo spazio si cercano o respingono... il principio poi sarebbe applicabile alle donne aggressive o remissive, ai maschi, ai gay, ai transgender e a chi si voglia...
RispondiEliminammm... magari inquietante, ma stereotipata no, questa donna traspirante.
RispondiEliminami ha fatto tornare in mente Carosello quando una sorta di censura lessicale obbligava a parlare ossessivamente di *traspirazione* evitando termini sgradevoli come puzza, ascelle, sudore, mestruo. uno spazio traspirante, dunque, un corpo filosofico pieno di vuoti e in bilico sull'ombelico (non a caso il cordone ombelicale è l'ontologia della vita, il cui taglio causa l'andare alla deriva di corpi senza ormeggio che provano a ricombinarsi in legami estemporanei e si domandano: dov'eros? o parafrasando, da dove arrivo quando vengo? quale forza centripeta mi attrae? quale forza centrifuga, o magari centrifiga, mi repelle? una cosa così tanto per dire, molto istintiva, a fior di pelle. ed ecco che forse allora i pensieri agiscono come cariche elettrostatiche: conosco gente cui durante l'orgasmo si rizzano i peli, interessante no? e ancora, c'è qualcosa che viene prima? un eiaculatore precoce di coscienza (che forse per questo non si rende bene conto di esistere) è più attraente perché è più carico di vita in potenza mentre l’anziano deve confrontarsi soprattutto con l’impotenza? che aggiungere, ancora? ah, sì, beh, posso convenire sul fatto che, leccata dopo leccata, il linguaggio Erode gli innocenti, facendo strage di continuità lungo l’asse ipotalamo-ipofisario e che difatti mia moglie ogni tanto mi dice “stasera mi sembra che parliamo troppo e scopiamo poco” lasciando intuire una proporzionalità inversa tra congiunzione (e, anche, né, pure, neppure, ma, tuttavia, però, piuttosto, eppure, anzi, peraltro, oppure, ovvero, ossia, altrimenti, ancora, pure), sapere, e cinematica dell’accoppiamento. posso convenire, dicevo, su tutto ciò. però, se vuoi che l’analisi non difetti della modalità di attrazione più essenziale tra le essenze (feromonicamente ammiccando), proverei a volgere con maggiore attenzione lo sguardo verso gli altri animali, nostri consimili (illuminante in tal senso il trattato di etologia ontologica - dice il saggio “l’ontogensi ricapitola la filogenesi” - contenuto nel ritornello del famoso saggio di teoretica speculativa “The Bad Touch” di Bloodhound Gang, che testualmente recita “You and me baby we ain't nothin' but mammals. So let's do it like they do on the Discovery Channel”). sì, insomma, per eviscerare carnalmente le modalità dell’attrazione forse non si possono dimenticare i meccanismi naturali alla base dell’epistemiologia ormonale.
beh, quando malos ritorna ai commenti ritorna in forze... che dire:
RispondiElimina-il concetto di traspirazione ci può stare
-sull'asse ipotalamo-ipofisario si può discutere... ridursi a giandole sessuali, ormoni e biologia in senso stretto no...già è stato fatto troppo (con la massima radicalità da laborit, ad es.), ma non dice niente, non spiega niente, non aggiunge niente
- tua moglie mi sa che è simpatica
sulla questione della coscienza... secondo una certa psicanalisi l'eiaculatzione precoce dipenderebbe proprio dall'ansia da prestazione e dunque da un eccesso di coscienza... e il pene dell'anziano certo "sa troppo"....
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