sabato 10 ottobre 2020

questo tizio che scrive è uno scrittore?

Mica me era attraversato, agito, sostenuto da una corrente di desiderio, in Esercizi ho cercato di estrovertire quel desiderio in gesto politico. si tratta di istruzioni, informazioni, addestramenti percettivi volti a un fine sociale, politico, civile – e infine applicati.

il nuovo libro, Esercizi per accorgersi del mondo, titolo che alla fine è restato perché il più corrispondente ai contenuti, uscirà pare il 15 novembre (corrige: fine novembre), per Transeuropa. si spera che l’editore giustificherà l’operazione di solidificazione del magma bloggistico in materia di cellulosa e inchiostri, distribuendolo adeguatamente, o almeno decentemente. d’altronde non parliamo male degli editori coraggiosi, quali appunto giulio milani... sono loro gli eroi ai tempi dell’ignoranza, non gli scrittori... 

se c’è un libro ci deve essere uno scrittore, si potrebbe dire semiologicamente.

potrebbe ribattere derrida che ogni uomo è uno scrittore, che la parola umana si differenzia dal verso animale perché imprime la sua traccia in un supporto che la fa durare, che sia lo schermo, la carta, la pietra, il corpo in cui si iscrive il gesto o il neurone.

in questo senso mi va bene la definizione di scrittore, in altri non so... io mi occupo di laboratoristica, di olivicoltura, di astri, di scritture e parole di ogni tipo... ma amo la lingua, patisco intensamente la lingua, e peraltro riesco a dire adeguatamente, efficacemente, solo nello spazio e nella durata della pagina - lì dove si pratica in genere la scrittura.

ho pubblicato dunque, oltre a articoli, saggi, plaquette, un libro nel 2008, Mica me, con Orientexpress.  l’ho ripreso ieri in mano. è un testo singolare, scritto a accensioni, a vampate, a pousseé, di frammenti a volte brucianti, a volte discorsivi e circonvoluti, che francesca siciliano fece leggere a francesco de sio lazzari, e che è stato pubblicato solo grazie al coraggio di questo intellettuale napoletano la cui avventurosità, integrità etica, generosità mi appare sempre più nitida nel contesto di un mondo editoriale che è sempre più caratterizzato dal disinteresse, dall’agonismo, dal settarismo, o nel caso migliore da una sorta di imbelle fatalismo. non ho inserito nell'elenco i fattori commerciali, che paradossalmente sono i più giustificati, finché il pubblico non legge. 

Mica me è un libro giovanile, anche se l’ho pubblicato a 47 anni, in cui circola uno struggente slancio vitale, sorretto da desideri e nostalgie immalinconite. è un libro caotico, da cui si può estrarre, e molti l’hanno fatto, un bel libro, un libro forse importante, ma solo a condizione che si siano pensati gli stessi pensieri, provati gli stessi sentimenti. forse questo vale per tutti i libri che non si limitino ad eseguire un canone... un libro che abbia senso, valore, effettualità, un libro attivo, che non sia un esercizio di destrezza o una prestazione agonistica, può essere scritto solo dal lettore, lo sapeva wittgenstein. deve essere il lettore stesso, indotto dal libro, a produrre il codice linguistico in cui esso si disporrà.

il destino, la fortuna si dice, o la sfortuna letteraria di Mica me è facilmente riassumibile. è stato misconosciuto dalla critica dei critici, ignorato dal pubblico, apprezzato e anche amato dagli   scrittori, artisti, o anime attente in generale, che lo hanno letto. ne hanno scritto o parlato valerio magrelli, franco arminio, tiziano scarpa, francesco forlani, enrico capodaglio, andrea di consoli, elio paoloni, adelelmo ruggieri, viola amarelli, felice casucci, roberto saviano, gianni celati, mariangela gualtieri, eugenio de signoribus e tanti altri, lo hanno amato artisti di varia provenienza, come ugo simeone, o adriana borriello che ne trasse uno spettacolo di teatro-danza, Di me in me, presentato alla biennale danza di venezia. 

in sintesi, l’effetto che ha avuto sul mondo è stato nullo. non parlo di successo, parlo di senso e significato. il significato è l’uso, diceva wittgenstein. se queste parole nessuno le ha usate, non sono diventate un attrezzo del mondo come una vanga, un farmaco o una ricetta di cucina, non hanno avuto significato.  

forse perciò ho cominciato a scrivere in un modo un po’ diverso, più estrovertito, finalizzando il mio lavoro sulla percezione a un suo possibile utilizzo. inutile fingere che sia io a decidere come scrivere, io posso al massimo decidere della decisione altrui, posso ratificare, o personalizzare, o magari reagire. 

Mica me era attraversato, agito, sostenuto da una corrente di desiderio, in Esercizi ho cercato di estrovertire quel desiderio in gesto politico – nel senso più ampio del termine. si tratta di istruzioni, informazioni, addestramenti percettivi – qualcosa che assomiglia esteriormente alle ricerche e sperimentazioni linguistiche  di buona memoria, ma ha una funzione diversa – volti a un fine sociale, politico, civile. c’è poi un secondo codice del libro, che è quello teorico e divulgativo, in cui contestualizzo quegli esercizi e ne spiego il senso. infine c’è un livello applicativo, analisi dei fenomeni sociali e politici – dai migranti a chiara ferragni, dal covid alla finanza – a partire dai nuovi sentimenti esplorati, analisi agganciate al corpo profondo, alla falda profonda del sentire. ma sono presenti vari altri codici linguistici, il comico, il lirico, il narrativo, il filosofico.

in tal senso, mi sembrava, se ogni uomo è uno scrittore, forse questo secondo libro potrebbe essere o diventare quello di uno scrittore nel senso tradizionale. Mica me era caotico, non c’è dubbio – a parte il problema tecnico comune ai 2 libri, e proprio dell’editoria elettronica, di non poter riguardare a fondo la struttura del libro dopo l’impaginazione e la bozza finale. Era una nebulosa da cui ciascuno estrae il suo libro. Esercizi, pur restando una pubblicazione molto atipica, con una struttura bloggistica quasi inedita  - non è una semplice raccolta di post, non è una semplice trasposizione di blog, ma la rielaborazione e ristrutturazione di un blog in un testo stampato – potrebbe essere un libro a cui qualcuno può trovare  una funzione (ps del 26 gennaio... al momento, nonostante qualche bella recensione come quella di domenico pinto sul manifesto, la mia sensazione è che potrebbe avere la stessa sorte di Mica me... un po' meno illegibile, ma ugualmente illetto...)

 

 questo è il sommario, che dà un'idea dello sviluppo del testo

Sommario        

 Esercizi per accorgersi del mondo

esercizi per accorgersi del mondo. 3

tra parentesi (per i morti di lampedusa) 4

la congerie che siamo dentro. 6

la giustizia spetta a te. 8

preghiera dell'è. 10

vacillamenti della città avellino. 12

benpensieri 13

qui quo qua e il tempo. 16

il quasi-corpo. 17

foglio a 3 facce. 20

 il maiale prima di me. 22

3 viventi visibili sull ionio. 25

il niente che non è neanche quel niente. 27

vanvere e zonzi 24

corteccia perisilviana sparpagliata. 28

album di certi attimi 32

microsaggi 34

il bacio veramente con la lingua. 38

lo zoo abbandonato. 42

Senegal 3 – il paese-battigia. 43

gli occhi 48

un dio sbadato. 51

bestie da successo......................................................................................................

Io, Rio, l’taria che pensa, je parle... 58

aforismi in scadenza. 60

in alta lingua (il signor magrelli e il signor baudelaire).................................................61

nel bel mezzo delle orecchie.

da "il piccolo sé e la piccola me" 66

ius sanguinis – sui fatti di bolzaneto. 68

per un abbecedario della sinistra. 70

barbagianni, merendine e terzi piani 73

la passeggiata. 76

la suora nella 500 che pensa. 80

a L. – l’inaccaduto.

l’animale ammattito. 83

dove sta zazà – ripensata da francesco forlani 84

nota confusa sull'eros. 85

ANHA SAPTA (epoca 7, in sanscrito maccheronico) 89

un un in un il 92

da angela da foligno. 94

qualche scritta su van gogh - la giallezza. 95

la vulva di claretta, il gorilla alfa. 99

il topo e il firmamento. 100

le scritture toccanti 101

Lo stato-fiume - appunti dal caribe colombiano. 104

libera occupazione poetica. 109

nota su troisi – l’imbarazzo di essere napoletano. 110

livio baudolero. 112

il cavaliere inesistente. oroscopo del noto Silvio B. 115

da “La parola giuridica e la parola letteraria” 117

 l’impasto fuori 119

scritte per aeroporti 122

l'amore che non serve...............................................................................................

la stessa frittata

agenti del caos. 127

In pieno io. 129

virus in fabula..................    ......................................................................................

il sistema azteco-austriaco. 136

firulì firulà. 138

 

questa la quarta di copertina 

Il vero evento del mondo, quello che dovrebbe sbalordirci ogni giorno, è forse il fatto che esista e accada. E’ la sua ovvietà, che è straordinaria. Comprendere ciò, significa comprenderlo più profondamente, e ci offre una chiave possibile per trasformarlo.  C’è bisogno forse di un nuovo approccio alla politica e all’analisi sociale, un approccio più radicale, fondato  su un diverso rapporto fra il sentire profondo dell’uomo e la realtà. Avvalendosi di una forma innovativa mutuata dal blog e la scrittura elettronica, l’autore spazia da tematiche sociali di scottante attualità – lo strapotere della finanza, la degenerazione della politica, l’accelerazione elettronica del segno, il covid – a sperimentazioni linguistiche e percettive, da penetranti  riflessioni sul tempo, sull’eros, sulla morte, a surreali  fantasie comiche e stralunati racconti di viaggio, seguendo il filo di un’ispirazione ondivaga ma coerente che replica la complessità del mondo.

Livio Borriello è nato nel 1961 ad Avellino, dove vive. Ha collaborato a diverse riviste, cartacee e web, di scrittura e critica letteraria. Nel 2008 ha pubblicato Mica me (edizioni OXP),  che ha ricevuto ottima accoglienza critica. 

recensioni a Mica me

Una fenomenologia del quotidiano svolta per prospettive estranianti, a volte violentemente materiche, a volte meditative e astratte

Valerio Magrelli - Nuovi Argomenti

 

Borriello getta uno sguardo ironico e tragico sul mondo occidentale, rifiutando radicalmente tutto ciò che non sia una profonda e consapevole percezione del sé.

Andrea Di Consoli - L'Unità

 

Siamo di fronte a un'impresa smisurata, al tentativo di accedere alla vera densità delle cose, densità che è sempre lontana dalle diluizioni del contingente più prosaico e dai grumi artificiosi del lirismo. 

Franco Arminio - Il Corriere del Mezzogiorno

 

Un libro splendido

Tiziano Scarpa –www. ilprimoamore.com


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