domenica 4 settembre 2016

la vera soluzione al problema della sicurezza sulle strade

giustissimo vietare la guida a chi ha un tasso alcolemico superiore a 0,5 gr/l - e che cioè abbia bevuto un bicchiere di vino - perché tale condizione ritarda i tempi di reazione di circa 20 millisecondi (ricerca Università di Trieste, F. Moroni). peraltro è ben noto che un abbacchiamento e obnubilamento simile si manifesta dopo pranzo anche senza aver bevuto alcoolici, quindi è opportuno vietare anche la guida in tali condizioni. spinelli dio ci scampi e altre droghe manco a dirlo.
(anche se una persona responsabile percependo il rallentamento delle reazioni di 20 millisecondi, potrebbe semplicemente rallentare la velocità di guida di 10 km/h, neutralizzando l’effetto dell’alcool e riportando il tempo finale di reazione agli stessi valori di quelli di un conducente sobrio...tutte le funzioni biologiche si basano su simili processi di regolazione dei riflessi)

giustissimo è però anche vietare la guida ai conducenti maggiori di 40 anni,
le cui reazioni sono ovviamente, e come ci attestano le statistiche relative a qualsivoglia prestazione sportiva, fisiologicamente rallentate di ben più che pochi millisecondi, e a questo punto direi anche alle persone fino ai 25 anni, che non hanno ancora stabilizzato gli automatismi stimolo-risposta per insufficiente accumulo e consolidamento di dati.

giustissimo naturalmente vietare la guida anche a persone malate di vario tipo, e ad es. con mal di testa, denti, schiena, dito ecc . per non dire di condizioni più gravi e invalidanti. ciascun conducente dovrebbe ovviamente eseguire almeno una glicemia, un emocromo, un ammonio e un pt prima di porsi alla guida. ideale sarebbe eseguire anche una tac. inutile dire che è auspicabile l’obbligatorietà di un referto polisonnografico che garantisca che il conducente abbia dormito almeno 7 ore, essendo ben noto che la deprivazione di sonno incide su attenzione e prestazione ben più che il bicchiere di vino (Moroni, cit.). utile anche un’analisi della percezione soggettiva e sugli effetti soggettivi della sonnolenza. e infine anche una perizia giurata che certifichi che il soggetto anche in condizioni normali sia “sveglio”, abbia un QI adeguato, una psiche equilibrata e dei normali ritmi circadiani.

ovvio, poi, a proposito di condizioni percettive, che appare a questo punto più che opportuno vietare del tutto la guida dal tramonto all’alba, quando è macroscopico che le capacità visive degli esseri umani sono ridotte di fattori dell’ordine delle migliaia  (100 lux di un faro d’auto contro 50.000 lux della luce del sole), ovvero un numero incalcolabile di volte più della riduzione percettiva comportata dal bicchiere di vino. questo vale a maggior ragione per le persone che presentino una bassa concentrazione nei bastoncelli retinici di rodopsina, il cui monitoraggio è dunque fortemente raccomandato. con forte pioggia e nebbia si propone ovviamente lo stesso problema, e in termini ridotti in caso di nuvolosità. a partire da due ore prima del tramonto e fino a due ore dopo l'alba il sole basso produce notoriamente pericolosissimi abbagliamenti, ed è d'uopo sospendere la guida. a nord della lapponia e a sud di sidney, manco a dirlo, si dovrebbe vietare l’uso di ogni tipo di autoveicolo.

giustissimo naturalmente è vietare la guida a persone che si trovino in una qualsivoglia condizione psichica che devii da quella standard, ad es. in uno stato di particolare relax, che può determinare un rallentamento delle reazioni perlomeno pari a quello procurato dal bicchiere di vino. in  particolare appare necessario monitorare prima di porsi alla guida i valori degli ormoni anti-stress, l’ossitocina e la serotonina. ma a maggior ragione è indispensabile testare i valori degli ormoni dello stress, in particolare adrenalina, noradrenalina, cortisolo, gh e infine il profilo tiroideo. un conducente aggressivo, stressato, coi nervi a fior di pelle, vuoi per una predisposizione fisiologica che per aver litigato con la moglie sull'eterna questione del posto delle sottilette nel frigo, è inutile dirlo che è ben più pericoloso di un conducente che ha bevuto un bicchiere di vino. naturalmente deve essere vietato anche l’uso del caffè, il tè, la cioccolata e il peperoncino (col suo alto contenuto di capsicina)... basti pensare che secondo un’attendibile stima il consumo di caffè, considerato globalmente, è responsabile di un maggior numero di delitti e incidenti che non quello della cocaina, l’anfetamina o l’angel dust.  ritornando alla questione ormonale, è ben noto che il titolo di tali sostanze nel sangue può variare anche ogni mezz’ora. appare dunque necessario e indispensabile che questo bell’elenco di test – a carico del SSN – sia eseguito ogni mezz’ora, predisponendo appositi presidi laboratoristici lungo le strade. naturalmente per riporsi in viaggio bisogna attendere l’esito degli esami.

ma la questione non finisce qui. quale effetto imprevedibile può comportare nell’assetto psico-ormonale, pur in un conducente appena screenato e analizzato dalla testa ai piedi,  una discussione durante la guida non dico con la suocera o il rivale al lavoro, ma anche con la moglie e i figli? appare dunque necessario che nessun conducente trasporti persone fino al terzo grado di parentela, suocere, colleghi, assicuratori e qualsivoglia umano che da apposita perizia giurata non gli risulti antipatico e non gli faccia pigliare il nervoso. in più sarebbe opportuno periziare che anche con viaggiatori “sicuri” la conversazione non verta su argomenti a cui lui risulta particolarmente sensibile, per es. la lunghezza dei nasi se ce l'ha lungo e ha il complesso, il matrimonio gay se è omofobo, i favoritismi degli arbitri alla juventus se è interista, la politica in generale e in particolare le pensioni d’oro, le tasse, le multe e le zanzare.
ma il problema in verità è anche più complesso, perché la mente umana è imprevedibile e al compagno di viaggio più tranquillo e dalla conversazione più sorvegliata, può dare di volta il cervello, per cui si ritiene che sia opportuno che il conducente guidi sempre da solo.

e tuttavia per quanto detto il cervello potrebbe dare di volta allo stesso conducente, procurando così sicuro nocumento a sé e agli altri. sarebbe sufficiente una perizia psichiatrica , ad attestare il basso rischio di tale evento? certamente no, la procedura è praticata per i piloti d’aereo, ma in numerosi casi (almeno 7 nell’ultimo decennio) l’insorgere della follia è stato repentino e inopinato.
per garantire sicurezza assoluta nella guida è evidente dunque che si rende necessario l’uso generalizzato e obbligatorio di un pilota automatico. e tuttavia chi controllerebbe chi controlla il pilota automatico? e quale tecnologia potrebbe prevedere i movimenti delle nuvole o i flares solari che determinano imprevedibili riflessi e artefatti che potrebbero ingannare i sensori automatici, per non dire del possibile uso terroristico di tali tecnologie?

ma un’altra questione più sottile si pone. quest’auto senza conducente e senza passeggeri, che porterebbe e a cosa servirebbe?

è evidente da tutta questa serie di considerazioni che la risoluzione più saggia appare quella di abolire le auto, che alla fin fine inquinano e fanno arricchire le multinazionali.

d’altronde è innegabile che il crollo del mercato dell’auto metterebbe in serio pericolo l’intero equilibrio dell’economia mondiale, incidendo su una catena di attività che vanno dall’estrazione di idrocarburi alla costruzione di strade

dunque le auto dovrebbero continuare a essere prodotte e a circolare, ma senza assolvere alla loro banale e svilente funzione di trasporto, bensì per la pura gloria dell’uomo

queste auto perfettamente sicure sarebbero la celebrazione della sua potenza tecnologica, del suo dominio sulla materia, sul tempo e lo spazio. d’altronde, per muoversi non ci sono già i piedi?

come gli astri, percorrerebbero le loro traiettorie in eterno, scintillanti, cromate, veloci, sicure... perfetta immagine dell’uomo, perfetta immagine del mondo, perfetta immagine divina...

2 commenti:

  1. "anche se una persona responsabile percependo il rallentamento delle reazioni di 20 millisecondi, potrebbe semplicemente rallentare la velocità di guida di 10 km/h, neutralizzando l’effetto dell’alcool e riportando il tempo finale di reazione agli stessi valori di quelli di un conducente sobrio"
    mmm... potrebbe essere, ma di solito l'alcool modifica anche la percezione del pericolo in modo molto difficile da quantificare. oppure si potrebbe commissionare ad un istituto di ricerca tedesco (a me i tedeschi hanno sempre fatto paura, quindi li vedrei calzanti all'uopo) la realizzazione di un allàrmetro, ovvero di uno strumento in grado di misurare lo stato di allerta. però tutto il resto del tuo ragionamento fila.
    : )
    : ))

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  2. è certo opportuno inventare l'allarmetro e renderlo obbligatorio....

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