venerdì 14 maggio 2021

Astrologia e sistemi fluidi macrocosmici e microcosmici

                                                            


si anticipa un breve estratto dal saggio in progress La scienza fabulosa

 Concretamente, sono certamente rintracciabili una serie di analogie fra funzioni e meccanismi psichici elementari e caratteri fisici degli astri. La quasi perfetta, e quasi-magica,  sfericità dei pianeti, la loro  complanarietà sull’eclittica, gli esatti sincronismi orbitali, la regolarità dei loro moti, oltre che alcune inspiegate leggi numeriche individuabili nella struttura del sistema solare, come quella di Titius-Bode (per cui le orbite dei pianeti sono situate a intervalli determinabili matematicamente) e altre leggi di risonanza fra le loro orbite – ci fanno pensare che nel Sistema planetario solare le forze fisico-dinamiche elementari, in virtù della stessa entità delle loro dimensioni,  abbiano potuto manifestarsi in maniera pura, ovvero agire in forma libera e casuale, senza significativi attriti e interferenze. Le masse di materia quindi hanno assunto la struttura più probabile e uniforme, cioè in genere quella sferica. L’armonia del cosmo deriva da questo. La materia, sottoposta a forze dotate di un’energia “quasi” assoluta,  si è condensata secondo leggi matematiche elementari e pure: ciò ha fatto sì che i gas dei pianeti si raggrumassero in sfere perfette – il che non avviene nel nostro mondo di dimensioni ridotte, dove, ad es. una mela o una cellula-uovo che si accresce secondo gli stessi principi espansivi di accumulo simmetrico, non ha mai una sfericità perfetta, e così una goccia di piombo fuso lasciato cadere nell’acqua si condensa in una forma irregolare che nel caso migliore può ricordare quella di un piccolo asteroide – di una patata asteroidale, diciamo così. Anche in questo caso vale l’analogia fra macrocosmo e microcosmo. Sono interessanti in tal senso

anche gli esperimenti di idrodinamica che dimostrano come i sistemi fluidi, se sottoposti a costante rotazione, centrifugazione o micro-oscillazione (si pensi anche qui all’universo oscillatorio di Wang e Unruth) producono gli stessi fenomeni e le stesse morfologie, sia a livello macroscopico e cosmico (le stelle sono infatti immensi sistemi di fluidi rotanti) che a livello microscopico e biologico (i globuli rossi e bianchi del sangue). Da Democrito al Cern, passando per la chimica, il pensiero umano ha ipotizzato nell’infinitamente piccolo dinamiche simili a quelle dell’infinitamente grande: particelle elementari , che ci rappresentiamo come sferiche, che si attraggono e respingono, si incastrano o urtano secondo le stesse leggi matematiche, uniformi e costanti, che regolano il macrocosmo, il sufficientemente o l’infinitamente grande, e cioè in ultima analisi le leggi probabilistiche (19). 

Quello pneuma, quel gas che è la psiche funziona più o meno allo stesso modo, perché è costituito da particelle mobili e fluttuanti di linguaggio. O comunque, a voler prendere per buone ipotesi e terminologie più banalmente spiritualistiche, perché è immateriale e dunque ha struttura libera.

Le stesse dinamiche che agendo su corpi estremamente duttili come quelli gassosi in un periodo di tempo lunghissimo, hanno portato gli astri a modellarsi in queste forme, potrebbero aver agito su una sostanza finissima e ipomolecolare, o meglio di natura e struttura ignota, come la nostra psiche, le cui strutture si sono regolate nel corso di milioni di anni sull’ambiente esterno.

Nella formazione del sistema planetario e nella psiche potrebbero dunque aver agito le stesse leggi probabilistiche, producendo effetti equivalenti. La conseguenza è che nel sistema planetario vige una logica topologica e strutturale. Un centro emanatore di energia, relativamente immobile, cospicuo – il Sole. Il pianeta più vicino al Sole, Mercurio, è il più piccolo, come se costituisse il bordo di un disco toroidale, progressivamente più spesso man mano che si procede verso il centro – Venere, Terra, Marte, l’antica condensazione poi disgregata nella fascia asteroidale, e Giove – per poi assottigliarsi di nuovo altrettanto progressivamente – Saturno, Urano. Nettuno, il presunto pianeta 9 e i pianeti nani transnettuniani fra cui Plutone, Makemake ecc. La progressione di massa nel sistema planetario ha una ragione logica, quella che in un sistema libero e macroscopico le condensazioni di materia seguono certe leggi fisiche elementari e vanno  a assumere le configurazioni e le forme più probabili. La struttura ha dunque un significato.  Mercurio è piccolo perché sta al bordo di un processo di condensazione, perché ogni processo è graduale, perché archetipamente o elementarmente che dir si voglia ciò che è germinale, primario o liminare è generalmente più piccolo. Astrologicamente, psichicamente, Mercurio corrisponde al principio del piccolo (e per analogia al principio analitico). Nei processi di formazione e condensazione psichica potrebbero aver agito, con gli stessi effetti, gli stessi principi elementari, analizzabili probabilisticamente, che hanno strutturato il sistema planetario, per cui nella prima fase di ogni processo psichico agisce il principio del piccolo. Stesso discorso vale per l’altra importante caratteristica astrologica attribuita a Mercurio, la mobilità, la pendolarità geocentrica, la velocità di periodo. Da questa caratteristica, per inciso, deriva il suo legame con il linguaggio, che intesse connessioni fra le varie posizioni del mondo. Ebbene, anche la mobilità di Mercurio non è un carattere casuale, ma dovuto a una ragione strutturale, il fatto che è il pianeta più vicino al Sole, dunque con l’orbita più breve, e il moto relativo più veloce. Il ritmo, la velocità di periodo, dipendono dalla distanza, quello astronomico come quello psichico. Potrebbero essere questi gli “accidenti isomorfi” ipotizzati da  Thom.  

La posizione numerica, la disposizione strutturale di Mercurio astronomico determina dunque logicamente i suoi caratteri primari, piccolezza e mobilità, e nello stesso modo può avere determinato i principi psicologici che vengono collegati a Mercurio astrologico. Il legame logico fra caratteristiche astronomiche e astrologiche può essere dunque cercato nella numerologia, nella logica interna del numero. Da Heisenberg e gli acceleratori di sincrotroni, si ritorna a Pitagora. La stessa logica numerica può aver agito nella strutturazione psichica di ogni essere umano, per cui al principio Mercurio ha seguito logicamente il principio Venere, quello della forma, dello sviluppo, dell’unione, e gradualmente, secondo una concatenazione complessa ma matematica, tutti gli altri.

Questi legami appaiono molto più evidenti, e meno opinabili, sia nella teoria degli aspetti, con le differenze  fra il dinamismo e l’evolutività del trigono, ad es., in rapporto alla staticità del quadrato, che nelle teorie interpretative dello zodiaco (si vedano ad es. quelle di Lisa Morpurgo, facendone la dovuta tara di eccessi e arbitrarietà) .

Questa visione ha certo un rapporto con il concetto di ragione matriciale sviluppato da Patrice Guinard. “L'astrale – spiega Guinard - non influisce sul fisico: sollecita e modella lo psichico... L'incidenza astrale richiede un approccio sistemico e ritmico. .. (L’astrologia è da considerarsi quindi) ...una forma specifica di razionalità che ammette come condizione preliminare la differenziazione strutturale di una matrice archetipica. Non pertiene né alla ragione sperimentale, né alla fede, né alla ragione discorsiva, ma alla ragione matriciale.  Riguardo a questo punto, l’argomentazione di Guinard si mantiene tuttavia piuttosto nel generico, e pur apportando un importante contributo all’intelligenza del problema non può considerarsi risolutiva.

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