si anticipa un breve estratto dal saggio in progress La scienza fabulosa
Concretamente, sono certamente rintracciabili una serie di analogie fra funzioni e meccanismi psichici elementari e caratteri fisici degli astri. La quasi perfetta, e quasi-magica, sfericità dei pianeti, la loro complanarietà sull’eclittica, gli esatti sincronismi orbitali, la regolarità dei loro moti, oltre che alcune inspiegate leggi numeriche individuabili nella struttura del sistema solare, come quella di Titius-Bode (per cui le orbite dei pianeti sono situate a intervalli determinabili matematicamente) e altre leggi di risonanza fra le loro orbite – ci fanno pensare che nel Sistema planetario solare le forze fisico-dinamiche elementari, in virtù della stessa entità delle loro dimensioni, abbiano potuto manifestarsi in maniera pura, ovvero agire in forma libera e casuale, senza significativi attriti e interferenze. Le masse di materia quindi hanno assunto la struttura più probabile e uniforme, cioè in genere quella sferica. L’armonia del cosmo deriva da questo. La materia, sottoposta a forze dotate di un’energia “quasi” assoluta, si è condensata secondo leggi matematiche elementari e pure: ciò ha fatto sì che i gas dei pianeti si raggrumassero in sfere perfette – il che non avviene nel nostro mondo di dimensioni ridotte, dove, ad es. una mela o una cellula-uovo che si accresce secondo gli stessi principi espansivi di accumulo simmetrico, non ha mai una sfericità perfetta, e così una goccia di piombo fuso lasciato cadere nell’acqua si condensa in una forma irregolare che nel caso migliore può ricordare quella di un piccolo asteroide – di una patata asteroidale, diciamo così. Anche in questo caso vale l’analogia fra macrocosmo e microcosmo. Sono interessanti in tal senso
anche gli esperimenti di idrodinamica che dimostrano come i sistemi fluidi, se sottoposti a costante rotazione, centrifugazione o micro-oscillazione (si pensi anche qui all’universo oscillatorio di Wang e Unruth) producono gli stessi fenomeni e le stesse morfologie, sia a livello macroscopico e cosmico (le stelle sono infatti immensi sistemi di fluidi rotanti) che a livello microscopico e biologico (i globuli rossi e bianchi del sangue). Da Democrito al Cern, passando per la chimica, il pensiero umano ha ipotizzato nell’infinitamente piccolo dinamiche simili a quelle dell’infinitamente grande: particelle elementari , che ci rappresentiamo come sferiche, che si attraggono e respingono, si incastrano o urtano secondo le stesse leggi matematiche, uniformi e costanti, che regolano il macrocosmo, il sufficientemente o l’infinitamente grande, e cioè in ultima analisi le leggi probabilistiche (19).Quello pneuma, quel gas che è la psiche funziona più o meno
allo stesso modo, perché è costituito da particelle mobili e fluttuanti di
linguaggio. O comunque, a voler prendere per buone ipotesi e terminologie più banalmente
spiritualistiche, perché è immateriale e dunque ha struttura libera.
Le stesse dinamiche che agendo su corpi estremamente duttili
come quelli gassosi in un periodo di tempo lunghissimo, hanno portato gli astri
a modellarsi in queste forme, potrebbero aver agito su una sostanza finissima e
ipomolecolare, o meglio di natura e struttura ignota, come la nostra psiche, le
cui strutture si sono regolate nel corso di milioni di anni sull’ambiente
esterno.
Nella formazione del sistema planetario e nella psiche
potrebbero dunque aver agito le stesse leggi probabilistiche, producendo effetti
equivalenti. La conseguenza è che nel sistema planetario vige una logica
topologica e strutturale. Un centro emanatore di energia, relativamente
immobile, cospicuo – il Sole. Il pianeta più vicino al Sole, Mercurio, è il più
piccolo, come se costituisse il bordo di un disco toroidale, progressivamente
più spesso man mano che si procede verso il centro – Venere, Terra, Marte,
l’antica condensazione poi disgregata nella fascia asteroidale, e Giove – per
poi assottigliarsi di nuovo altrettanto progressivamente – Saturno, Urano.
Nettuno, il presunto pianeta 9 e i pianeti nani transnettuniani fra cui
Plutone, Makemake ecc. La progressione di massa nel sistema planetario ha una
ragione logica, quella che in un sistema libero e macroscopico le condensazioni
di materia seguono certe leggi fisiche elementari e vanno a assumere le configurazioni e le forme più
probabili. La struttura ha dunque un significato. Mercurio è piccolo perché sta al bordo di un
processo di condensazione, perché ogni processo è graduale, perché
archetipamente o elementarmente che dir si voglia ciò che è germinale, primario
o liminare è generalmente più piccolo. Astrologicamente, psichicamente,
Mercurio corrisponde al principio del piccolo (e per analogia al principio
analitico). Nei processi di formazione e condensazione psichica potrebbero aver
agito, con gli stessi effetti, gli stessi principi elementari, analizzabili
probabilisticamente, che hanno strutturato il sistema planetario, per cui nella
prima fase di ogni processo psichico agisce il principio del piccolo. Stesso
discorso vale per l’altra importante caratteristica astrologica attribuita a Mercurio,
la mobilità, la pendolarità geocentrica, la velocità di periodo. Da questa
caratteristica, per inciso, deriva il suo legame con il linguaggio, che intesse
connessioni fra le varie posizioni del mondo. Ebbene, anche la mobilità di Mercurio
non è un carattere casuale, ma dovuto a una ragione strutturale, il fatto che è
il pianeta più vicino al Sole, dunque con l’orbita più breve, e il moto relativo
più veloce. Il ritmo, la velocità di periodo, dipendono dalla distanza, quello
astronomico come quello psichico. Potrebbero essere questi gli “accidenti
isomorfi” ipotizzati da Thom.
La posizione numerica, la disposizione strutturale di Mercurio
astronomico determina dunque logicamente i suoi caratteri primari, piccolezza e
mobilità, e nello stesso modo può avere determinato i principi psicologici che
vengono collegati a Mercurio astrologico. Il legame logico fra caratteristiche
astronomiche e astrologiche può essere dunque cercato nella numerologia, nella
logica interna del numero. Da Heisenberg e gli acceleratori di sincrotroni, si
ritorna a Pitagora. La stessa logica numerica può aver agito nella
strutturazione psichica di ogni essere umano, per cui al principio Mercurio ha
seguito logicamente il principio Venere, quello della forma, dello sviluppo,
dell’unione, e gradualmente, secondo una concatenazione complessa ma
matematica, tutti gli altri.
Questi legami appaiono molto più evidenti, e meno opinabili,
sia nella teoria degli aspetti, con le differenze fra il dinamismo e l’evolutività del trigono,
ad es., in rapporto alla staticità del quadrato, che nelle teorie
interpretative dello zodiaco (si vedano ad es. quelle di Lisa Morpurgo, facendone
la dovuta tara di eccessi e arbitrarietà) .
Questa visione ha certo un rapporto con il concetto di ragione matriciale sviluppato da Patrice
Guinard. “L'astrale
– spiega Guinard - non influisce sul
fisico: sollecita e modella lo psichico... L'incidenza astrale
richiede un approccio sistemico e ritmico. ..
(L’astrologia è da considerarsi quindi) ...una forma specifica di razionalità che ammette
come condizione preliminare la differenziazione strutturale di una matrice
archetipica. Non pertiene né alla ragione sperimentale, né alla fede, né
alla ragione discorsiva, ma alla ragione matriciale”. Riguardo a questo punto, l’argomentazione di
Guinard si mantiene tuttavia piuttosto nel generico, e pur apportando un
importante contributo all’intelligenza del problema non può considerarsi
risolutiva.
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