Ho sempre detto che oggi l'unico vero gesto politico è zappare. Potrei aggiungere anche l'unico gesto letterario. Credo assai poco ai movimenti tipo di quello di Greta Thunber. Crederò alla sincerità ambientalista di quei ragazzi quando andranno nei campi abbandonati a zappare, invece di passare la giornata sullo smartphone e poi andare a rivendicare - sempre chiedere, mai agire - non si sa quali diritti alle autorità e al potere. Ho organizzato (a mie spese) un incontro su un problema gravissimo, quello del disseccamento degli ulivi in Puglia, e posto la breve introduzione.
video introduttivo: video xylella
Questo incontro è stato organizzato per fare qualcosa. Per fare qualcosa per le piante. Si è posto quindi una finalità molto pratica: far
conoscere una serie di tecniche, nuove e tradizionali che hanno dato ottimi
risultati, comprovati da video, documentazioni e verifiche scientifiche, nella
lotta al disseccamento degli olivi.
La malattia, la chiamano gli agricoltori... ma la Scienza gli ha dato un nome ancora più impreciso, Codiro, cioè complesso di disseccamento rapido, né ha trovato una cura efficace. I giornali la chiamano Xylella, ma il batterio per ora è stato trovato solo nel 2% delle piante malate. La verità è che nessuno ne capisce niente, e non si è trovato di meglio che abbattere tutte le piante. Ma è una cosa logica?
La malattia, la chiamano gli agricoltori... ma la Scienza gli ha dato un nome ancora più impreciso, Codiro, cioè complesso di disseccamento rapido, né ha trovato una cura efficace. I giornali la chiamano Xylella, ma il batterio per ora è stato trovato solo nel 2% delle piante malate. La verità è che nessuno ne capisce niente, e non si è trovato di meglio che abbattere tutte le piante. Ma è una cosa logica?
Molti agricoltori sono in attesa dei contributi per il
reimpianto. Questi contributi vanno certamente sollecitati, e l’agricoltore, anche piccolo, deve avere la
possibilità di cominciare a reimpiantare, se e dove lo ritiene necessario, ma 1)
non saranno certo a fondo perduto, comporteranno forti anticipi che non si sa come
e quando saranno rimborsati, e in ogni caso non compenseranno l’azzeramento
della produzione per 10 o 20 anni 2) i reimpianti , secondo il parere stesso di
scienziati e legislatori, non saranno risolutivi, e fra pochi anni ci si
potrebbe ritrovare punto e daccapo. Tutto questo dopo avere in pratica
desertificato il Salento, perché abbattere gli ulivi e diserbare nel raggio di
100mt, cioè 3,14 ettari a pianta malata, significa radere al suolo l’intero
Salento, come ci illustrerà la prf.ssa Ciervo. E’ evidente che l’eradicazione totale del
batterio è ormai impossibile, e d’altronde non sarebbe garantita dal reimpianto
di Leccini o Favolose.
Nel corso della Storia, la scienza e le autorità hanno
compiuto spesso errori grossolani quando agivano sull’onda dell’emotività e
senza sufficienti verifiche. Nella peste del 1600 a Napoli il Collegio dei
Medici su ordine del Re pensò di sconfiggere il batterio bruciando tutti i
baccalà. Ai nostri tempi, per fare un esempio fra mille, pensiamo alla
talidomide, prescritta da migliaia di medici, che provocò la nascita di 10.000
bambini deformi o senza braccia, o ai 10.000 morti all'anno solo in Italia per ATB resistenza. Nel campo agricolo, si era pensato di
debellare lo Pseudomonas del Kiwi abbattendo le piante, poi si è capito che era
inutile e che bisognava imparare a conviverci.
Ricordare tutto ciò non significa essere negazionisti, né ecologisti fanatici, che credono che il
paesaggio salentino sia intoccabile, e tantomeno complottisti che credono a
fantomatici piani delle multinazionali o altre fanfaluche. Significa
semplicemente ragionare col buon senso, con la logica, e con i reali dati scientifici disponibili. La conoscenza scientifica ci dice che una
batteriosi si combatte essenzialmente: con gli antibiotici, ma per ora non ne
abbiamo, oppure ripristinando un equilibrio e rafforzando le difese immunitarie
e la produzione fogliare della pianta. Con l’invenzione dei vaccini abbiamo
debellato vaiolo, tetano ecc semplicemente agendo sul sistema immunitario,
altre semplicemente cambiando le nostre abitudini igieniche, ad es. la febbre puerperale. La cura più efficace dunque al momento non può
essere che quella immunitaria e biostimolante, studiata appunto da ricercatori come
la dr.ssa D’Amico nel progetto Silecc, il prof. Scortichini, il cui metodo secondo
le recenti verifiche EFSA riduce del 45% i batteri, e altri. Ma parlare di
immunità delle piante significa parlare di terreno e sistema albero-suolo, e questo
è sicuramente uno dei primi problemi del Salento. La terra qui è desertificata
dall’eccessivo uso di diserbanti, la sostanza viva e organica è ridotta a zero
e i campi sono ormai buoni per ballarci o per giocarci a tennis. In queste
condizioni, anche un batterio che è sempre esistito senza fare danni, si
trasforma in un killer. Altri problemi sono quelli legati all’inadeguatezza
della potatura, della disinfezione e di altre pratiche di cui ci parlerà
Roberto Polo. Esistono una serie di buone pratiche agricole che si sono perdute
o che non sono conosciute, o nuovi prodotti non tossici come il Dentamet, il
Micosat ecc, che hanno lo stesso costo dei normali trattamenti. Lo scopo di
questo incontro è portare queste tecniche a conoscenza degli agricoltori, comprendendo che se vogliamo risolvere
realmente il problema non possiamo agire solo con i reimpianti, o col controllo della cicala sputacchina, ma
dobbiamo muoverci su più fronti, sistemicamente, con una combinazione di
tecniche di lotta nuove e tradizionali, soppressive e conservative. Soprattutto,
dobbiamo capire che per salvare una pianta, più che le leggi degli uomini,
bisogna rispettare le leggi delle piante. La terra un tempo apparteneva agli
dei, poi sono venute le piante, gli animali, e infine l’uomo. Come ultimi
arrivati, già l’abbiamo devastata abbastanza.
qui una sintesi delle tecniche di contrasto emerse dall'incontro:
https://www.blogger.com/blog/post/edit/6198110695431270194/8227376671903077874
Nessun commento:
Posta un commento