mercoledì 28 agosto 2019

phobos cosmou tyrannus

la vita è sostenuta dalla paura di morire. se coltivo il grano, opponendomi alla naturale tendenza entropica, è perché ho paura di morire. se lo accumulo per l’inverno, è perché ho paura che col freddo non potrò procurarmene e morirò. questa paura è strettamente intrecciata, e profondamente forse ha prodotto, il senso della temporalità, che è un carattere specificamente umano. si potrebbe dire che dal momento in cui l'uomo ha dissociato corpo e azione con la coscienza temporale, non ha più agito, ma solo reagito alla paura della morte. questa paura è dunque in se stessa vantaggiosa e favorevole alla vita. il problema nasce quando vogliamo negare l’origine di questa paura, e cioè la morte. i nostri atti, le nostre scelte, diventano allora un tentativo insensato di espungere la morte dalla vita.
la paura diventa fobia, perde la sua finalità, diventa fine e movente essa stessa, e finisce per compromettere la vita. ci autofagocitiamo per paura di morire di fame. è esattamente quello che sta accadendo nelle società occidentali cosiddette evolute.

si vuole eliminare ogni rischio dall’esistenza, ma la vita è possibile solo assumendo un rischio ragionevole in base a un calcolo di probabilità. e ciò perché è il reale stesso che è probabilistico, come sa oggi la scienza e come ha sempre saputo la poesia. se andiamo ai giardinetti senza tuta anti-ape è perché quantifichiamo il rischio dello shock anafilattico da puntura di ape, e calcoliamo la convenienza del nostro atto.

la ragione dell'odierno incremento del tasso fobico è in parte dovuta all’atonia e il rammollimento psico-fisico indotti dal progresso tecnologico, in parte a un aumento globale delle tensioni che favoriscono ogni nevosi,  in parte il risultato dell’amplificazione interessata da parte dei media, che hanno bisogno di vendere il prodotto notizia, e in generale dal progressivo istaurarsi della nevrosi fobica collettiva. pensiamo ad es. alla ricerca a tutti i costi di colpevoli nelle catastrofi naturali, il complottismo, la retorica delle cosiddette "tragedie annunciate" - e poi guardiamo le foto delle ricche Bahamas dopo un ciclone.

alcune di queste paure sono tipiche e proprie della destra, altre, forse più subdole e insidiose, alimentano il sempre più diffuso cretinismo di sinistra, che la ha ormai da tempo condannata a percentuali elettorali e rilevanza sociale risibili.

ecco un elenco incompleto, randomico e sintetico di problematiche prima individuali e poi politiche che sono riconducibili a una paura:

dietro le preoccupazioni per le presunte perdite di posti di lavoro a beneficio dei migranti, c’è evidentemente la paura del diverso. ciò che è diverso da sé è non-sé, e dunque soggettivamente è morte. questa paura di destra si compone con una paura di sinistra, quella del corpo, come già sapevano i filosofi (levinas, nancy ecc.). si nega il corpo per la stessa ragione, perché il corpo muore, e dunque si negano le differenze razziali. l’accettazione del diverso deve fondarsi nel riconoscimento della diversità biologica, e dunque, ad esempio, sulla rivendicazione della negritudine, e non sulla sua negazione. il risultato di questa concorrenza fra l’ipocrisia della destra e la retorica della sinistra è il successo dei movimenti politici populisti e qualunquisti.

il successo del berlusconismo, che in realtà pervade ancora tutta la vita sociale a destra come a sinistra, la rimozione dell’interiorità, il trionfo della frivolezza televisiva, le insipienze dei programmi mediaset come quelle del fazismo e del fiorellismo hanno origine nella paura della vecchiaia e dunque della morte. perfino nella politica ormai si pretende la carne giovane e fresca, e si sta avverando la profezia di hillmann, secondo cui la lotta di classe fra poveri e ricchi sarà sostituita da quella fra vecchi e giovani. la resa incondizionata al consumismo e alla tecnocrazia ha la stessa origine. la tecnologia in sé nasce dalla paura della natura e dei pericoli naturali.

la vita nasce dai batteri, e alla base della catena alimentare ci sono gli insetti. ma ogni normativa, ogni scelta urbanistica e ogni direttiva europea sono ormai indotte dalla paura dei batteri e gli insetti. si crede di sterilizzare i cibi, in realtà si cerca di disinfettare la vita. non è possibile conservare le vongole nell’acqua perché si formano batteri, i cibi vengono venduti in dissennate e ingombranti vaschette sterili, ogni documento è intascato in una igienica bustina di cellophane, col risultato che sommergiamo il mondo di plastica, anche se fingiamo di regolamentarne l’uso. non si possono  produrre più vegetali sani in terreni e ambienti devitalizzati da pesticidi e erbicidi, né far fermentare i formaggi negli ambienti sterili e a norma, le regole HACCP hanno distrutto l'agricoltura e l'allevamento naturali, gli alimenti sono impoveriti dal punto di vista nutrizionale e organolettico da regole formali di certificazione paranoidi e ingannevoli. se porti dei bambini in campagna, alla vista di un’ape urleranno di terrore, e saranno incapaci di sostenere psicologicamente il contatto di una mosca sul braccio. per loro l’ape è la terrificante forma primordiale di quella digitalizzata del video-gioco, che peraltro sullo schermo ha le stesse dimensioni e pericolosità di una tigre. abbandoniamo le campagne, ingorghiamo i centri urbani e li impermeabilizziamo dalla vita con tegumenti edili impenetrabili a insetti e batteri. dovremmo prendere atto del fatto che l’uomo è anti-igienico, e potrà essere sterile solo cremato o ibernato. 

le normative diventano sempre più fobiche, ossessive e restrittive. la vita è diventata un passaggio da una scadenza all’altra, siamo crocefissi alle incombenze burocratiche, come ha scritto valerio magrelli. in base a una malinteso senso della legalità, un giorno non dovremo più respirare senza pagare una tassa sull’aria che in fondo è un bene pubblico, né aprire la bocca (invadendo in effetti lo spazio acustico e biologico dell’altro) senza firmare un’autorizzazione (alla privacy, ai termini legali e altri deliri) e senza produrre un'attestazione di salubrità. le norme hanno surrogato l'etica, sono diventate un alibi per sopprimerla, si potrebbe dire che si producono norme proprio per poterle eludere. le morti sul lavoro...  problema drammatico, ma come si può lavorare senza morire, inseguire una gazzella senza il rischio che ti assalga il leone, coltivare un vero pomodoro senza darti mai la zappa sui piedi, e premunendoti al 100% dal tetano nel terreno o da una possibile intossicazione? iperproliferano norme su norme che perseguono questo fine impossibile. i costi della sicurezza divorano quelli della produzione. si vuole “mettere in sicurezza” il mondo! giocando sulla infinita estensibilità di questo spazio di sicurezza ogni parte politica accusa l’altra di irresponsabilità. si chiudono le scuole, gli edifici e i parchi pubblici per una mezza pioggerella per paura delle denunce (non parliamo dei disastri economici e biologici prodotti dalla medicina difensiva) permesse e indotte da leggi fobiche. tentativo folle e tracotante, il mondo non sarà mai in sicurezza, per quanto cemento butti in un edificio ci potrà essere sempre un terremoto che lo tira giù come un fuscello, cadono anzi prima i ponti in cemento armato, costruiti a norma e secondo principi di massima sicurezza (vedi quello morandi a genova) di quelli dei romani costruiti a lume di buon senso, anche qui altro non si può fare che un calcolo probabilistico del rapporto fra costi sociali, economici, cronologici, psicologici, e benefici, fra felicità guadagnata e felicità perduta nel tentativo di immunizzarla da ogni infelicità.

i limiti di velocità, 80 all’ora, poi 50 all’ora, poi si arriverà a 30 all’ora, che è quella di bolt nei 100 metri. eliminiamo direttamente le automobili, allora. mezzo bicchiere di alcool per guidare! ma le reazioni psichiche sono rallentate e obnublilate 100 volte di più dal buio e dal sonno, dalla pioggia, dal sole negli occhi, dalla discussione con l’amante che ci ha fatto schizzare il tasso di adrenalina stamattina, da un compagno di viaggio querulo o solo avvincente, dall’età avanzata, dalle patologie (dovremmo farci un ecg ogni 10 minuti di guida perché se ci piglia un infarto mettiamo a rischio la vita di tutti gli altri automobilisti!). anche qui, eliminiamo l’autista, facciamo prima. anzi, eliminiamo lo spazio, evitiamo di spostarci e regrediamo allo stato di alga fissile. la percentuale di alghe fissili morte per incidente stradale è dello 0%.

la logica fobica che domina i legislatori finisce inevitabilmente per alterare il senso delle proporzioni e la capacità di sintesi, producendo norme che paradossalmente riducono la sicurezza in tutti i campi, perfino in quello bancario. lo spostamento su web di tutti i conti bancari è ormai progressivo e inevitabile, ma le recenti norme PSD2 che sostanzialmente vietano il token (l'aggeggino che produce password) e impongono doppie e triple chiave di accesso nello smartphone, mettono in sicurezza le banche ma espongono a maggiori rischi il cliente, trascurando scioccamente il principio fondamentale della sicurezza dei beni, quello della loro dislocazione. l'idea stessa di banca è basata su questo principio: io sono a casa o nelle filippine, e i miei beni sono disgiunti da me in un altro luogo, e dunque non sono alienabili . grazie alle nuove furbe norme tutte le chiavi, e quindi tutti i miei soldi,  sono nel telefonino, protetti da complicate e inutili password, riconoscimenti facciali, chiavi digitali ecc. basterà quindi che il ladro mi blocchi e sotto minaccia mi fotografi, carpisca le password o semplicementet le cracki o le richieda via email, per svuotare il conto. facile previsione: aumenteranno questo tipo di rapine, pericolose anche per la sicurezza fisica. oggi passeggiando invece di rischiare i soldi che ho in portafoglio rischio tutto quello che ho sul conto corrente. il token era invece dislocabile e disgiungibile, poteva essere lasciato a casa in condizioni di rischio o magari gettato in emergenza in una siepe o un tombino. (certo, resta per fortuna la protezione della tracciabilità bancaria, ma anche quella aggirabile...)

mentre dilagano furti di ogni tipo, l'allucinante burocrazia digitale italiana elabora sistemi elefantiacamente inutili per proteggerci dal pericolo che qualcuno vada a pagare i nostri contributi, o le nostre tasse, o preservare  tutti quei dati detti sensibili, non si sa a che. più che un racconto, è un incubo narrato da un idiota. sono 4 anni che ho richiesto l'iscrizione a una nuova previdenza, non mi arriva nulla, finalmente una pec mi invita a procurarmi lo spid (nuovo nome idiota del pin, la pword ecc), compilo decine di pagine, scansisco documenti, scarico 2 app, faccio 10-15 verifiche per sms, email, otp, tutto giostrando come un equilibrista fra PC e cellulare, vado a uno sportello abilitato, pago 15 € e alla fine ottengo lo spid. entro nella mia pagina inps, non c'è nulla di nulla, solo notizie futili su nonsoché di nonsocosa, telefono al n. verde, quando finalmente riesco a parlare con qualcuno mi dice che lo spid spesso non funziona e che era meglio che facevo il Pin... e funziona tutto così, un infernale groviglio, una megalomane allucinante inutile baggianata, che fa pensare alla scambio maniacale di password del deserto dei tartari, con cui si proteggeva la fortezza da un nemico inesistente e solo allucinato... questa è secondo loro civiltà, ma farebbero meglio a impiegare il tempo a leggere poesie per capire il senso della vita e il vero significato di civiltà.

il femminicidio, gli stalker! dante sarebbe finito in galera perché aspettava beatrice sul ponte tutti i giorni, e petrarca perché attentava a una donna sposata, vogliamo sterilizzare e abolire l’eros, le passioni, la vita. la morte di una donna per mano di un amante è un evento atroce, ma il femminicidio è un’invenzione dei media. sono più le madri che uccidono i figli dei maschi che uccidono le amanti. le madri sono fisicamente più forti dei figli, e in caso di conflitto possono prevalere, purtroppo in qualche raro caso violentemente, e lo stesso può accadere fra uomini e donne. non c’è una cultura infanticida che produce infanticidi, come non c’è una cultura sessista che produce femminicidi, se non nei casi di camorristi e mafiosi  (anche quelli spesso devianti rispetto alle regole mafiose) per i quali il sessismo è solo un carattere secondario e derivato di una sistematica cultura della prevaricazione. la verità è che femminicidi e infanticidi sono fisiologiche patologie della passione, se non vogliamo espungere la passione dalle nostre modalità di rapporto col mondo, non possiamo evitare che una struttura infinitamente complessa, insondabile, ignota e intimamente integrata a tutti i processi e le dinamiche cosmiche come la psiche umana non sia esposta alla possibilità di funzionare male, e ahimé di generare drammi, in una percentuale che possiamo forse ridurre ma mai azzerare.
la sessuofobia, che continua a pervadere ampiamente sebbene più occultamente la nostra società, si produce nello stesso terreno. certamente la nostra società, come ci ha spiegato la psicanalisi, si fonda sulla rimozione degli istinti, ma è tempo che essi trasformino da fobie e tabù a controllo consapevole.

i medici! altro che i politici, la vera casta sono ormai diventati i medici. per 200 euro senza fattura, quanto guadagna un operaio in una settimana, e un pastore dell'alto volta in un anno, ti elargiscono 10 minuti di sciocchezze fatte cadere con tracotanza dal loro piedistallo di scienziati e tecnocrati. ne consulti 10, e ti fanno 10 diagnosi diverse, matematicamente 9 di loro, e in genere anche l’altro, hanno detto sciocchezze, ma mica ti restituiscono i soldi come un negozio se ti vende un phon difettoso. diceva mio padre che le malattie si dividono in 2 categorie: quelle che guariscono da sole senza la medicina e quelle che non guariscono nemmeno con la medicina. il potere assurdo, economico e culturale,  che abbiamo consegnato ai medici, nasce evidentemente dalla paura della morte. la moneta del potere è la paura della morte, scriveva canetti, e questa moneta è coniata innanzitutto dai medici e dai politici. a loro volta i medici sono costretti alla cosiddetta perniciosa medicina difensiva (antibiotici e esami e cure inutili per ogni foruncolo) dalle accuse fobiche di giornali e opinione pubblica. si scambia una paura con un'altra.

ma le medicine alternative di ispirazione new age non superano affatto questa paura, sorgono esattamente dallo stesso fondo psicologico, nello stesso alveo culturale. tutti i presunti spiritualismi che presuppongono un’”armonia” naturale del corpo – questo accozzo casuale di meccanismi che chissà per quale miracolo non si sfracella e sfascia ad ogni istante, sperduto in un cosmo che ci sballotta come fuscelli - che negano la morte e allucinano angeli, fiori di bach che scorrono nei chakra e altre fumisterie linguistiche nascono dalla stessa paura della morte da cui sorge il tecnologismo e curano altrettanto poco... le manie delle diete e il vegetarianismo – che pure pone una fondata questione etica - hanno la stessa origine, paura della carne e il sangue, di ciò che nel corpo è mortale. è voler negare di essere parte di un ciclo vita-morte. ma questa negazione, applicata consequenzialmente, non potrebbe produrre che altra morte, perché ogni organismo vivente vive a spese di altri organismi viventi, fino all'ultimo anello della catena, i batteri, e perché, da un punto di vista etico, nessuna vita è possibile senza ammettere una scala di sensibilità e insensibilità nei viventi.

scontato aggiungere che tutte le nevrosi e le fobie propriamente dette, dalla semplice ansia alla tanatofobia, che sono nella nostra società in costante aumento, hanno la loro radice ultima nella paura della morte. e la stessa radice ha l'aumento dell'aggressività nel quotidiano e nei rapporti fra gli stati. attaccare, si sa, è il miglior modo di difendersi.
per mio conto il benessere sociale lo produce l’etica e non la legge, l’unica legge davvero necessaria è non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te (o ama il prossimo come te stesso...ma se l’amore fosse prescrittibile), l’unico obbligo utile sarebbe quello a leggere poesia e filosofia. queste parole inutili, quelle della poesia e della filosofia, ci insegnano ad essere, a prendere atto del mondo, della vita e della morte così come sono, ad accorgerci del mondo, a riconoscerlo, a desiderarlo, piuttosto che a travisarlo, camuffarlo, manometterlo, ignorarlo, che mi sembra sia diventato il compito che si prefigge l’uomo occidentale....


per bruno snell nel phobos l’uomo afferra la tensione fra ciò che è universale e ciò che è individuale: la fobia è dunque la passione del tutto, la percezione della nostra limitatezza in rapporto alla realtà illimitata, ed è alla base della tragedia come della nascita delle religioni.

è questa la paura buona, la paura che dovremmo riconoscere e accettare. la paura come passione, la paura come esposizione al mondo, la paura come avventura... la paura non strutturata, la paura come sgomento di fronte all’incomprensibile esistere.


p.s. il tiolo in greco rifatto è in attesa di revisione


ULTIMORA!
al momento di andare in macchina (si dice sempre) apprendiamo una notizia che sembra confermare tutte le nostre tesi e che non possiamo non commentare. domani 8 settembre 2019, dovendo far brillare una bomba inesplosa risalente al 1943 ritrovata a Pontecagnano,  si svolgerà la più grande operazione di evacuazione mai condotta in Italia, che riguarderà 36.000 cittadini.  Dunque, se abbiamo ben capito, si prevede che 36000 cittadini spaventati dall'esplosione della bomba faranno cacca contemporaneamente, intasando e bloccando la città per 24 ore, operazione che, apprendiamo, sarà possibile soltanto grazie al colossale dispiegamento di tutta la protezione civile, gli artificieri, l'esercito e i servizi di sicurezza. dove andrà a finire tutta questa cacca, ci chiediamo? questo evento conferma la nostra tesi sull'assurdo aumento delle fobie e le paure in italia. (naturalmente il termine evacuazione si potrebbe intendere anche in altro senso, ovvero come sgombero e trasferimento dei 36000 cittadini, ma ci rifiutiamo di credere che per disinnescare una bomba, operazione messa in atto migliaia di volte dalla guerra ad ora in italia, dove peraltro ci sono altre 100.000 bombe inesplose,  che è ahimè routine nelle zone di guerra di mezzo mondo, e che peraltro poteva essere ragionevolmente condotta semplicemente spostando la bomba che per 75 anni aveva resistito a ogni tipo di sollecitazione nel terreno agricolo dove era ubicata, venga messa in piedi un'operazione così assurda, che comporterebbe il trasferimento di anziani e infermi con relativi macchinari e flebo attaccati, lo svuotamento di ospedali e l'interruzione delle cure, la cattura e la messa in sicurezza di migliaia di animali vaganti, avrebbe costi esorbitanti e non potrebbe mai essere completata al 100%). vi aggiorneremo sull'esito. ah leonida!


PS DEL GIORNO DOPO
ahimè le nostre previsioni, espresse peraltro in forma amaramente ironica, si sono tragicamente avverate, e  una donna è morta in un centro di accoglienza degli evacuati dove non c'era ovviamente possibilità di rianimazione. i danni a lungo termine  dovuti all'interruzione delle cure sono ovviamente incalcolabili, e così quelli economici dovuti al blocco totale della produttività, che si somma ai costi ingenti dell'operazione, e i disagi per la popolazione. la rimozione della morte e la psicosi della messa in sicurezza producono mostri. propongo di denunciare per la morte di questa persona i responsabili di questa pagliacciata, per una volta la denuncia sarebbe sensata, perché non genererebbe paura e assurde norme e comportamenti difensivi, ma paura della paura, e dunque vita.

PS 2 la morte per asfissia di 1 o 2 bambini dimenticati nell'auto è un evento atroce, terrificante, inaccettabile dalla coscienza. questa stessa atrocità produce una reazione irrazionale, il dispositivo anti-abbandono, proporzionale all'atrocità dell'evento ma non al reale rischio che comporta. circa 50 € per 2 milioni di bambini fanno 100 mln, che potrebbero essere impiegati per salvare milioni di bambini che muoiono di malaria e altri pericoli concreti e quotidiani, o solo per le carrozzelle degli anziani. ci si potrebbe dimenticare di azionare il dispositivo, esattamente come ci si dimentica di abbassare il finestrino per non creare asfissia, inoltre questi dispositivi producono onde cancerogene per i bambini, potrebbero non funzionare e richiedere dispositivi anti-dispositivo, rientrano in ogni casa in una logica folle che delegando progressivamente le funzioni della coscienza alla tecnologia, la atrofizza, e richiede altre tecnologie che richiedono altri controlli, e così all'infinito.

1 commento:

  1. Tante conclusioni che mi sento di condividere ( dal femminicidio ai medici, passando per il ruolo "salvifico" della poesia e della letteratura), ma al tempo stesso credo che questi diversi temi non abbiano come causa comune la paura della morte, quanto cause individuali e rispondano a interessi di parte.
    La morte è certamente più temuta oggigiorno di quanto lo era in passato ( e ciò è principalmente un portato della laicizzazione della cultura e dell'aumento dell'età media di vita), ma non raggiunge livelli parossistici, anzi: tanti sfrecciano incuranti di muoversi in una cassa mortuaria che cammina, respiriamo merda da mane a sera, mangiamo cibo chimico e porcherie varie, ecc., il tutto senza interrogarci sulle conseguenze delle nostre azioni, come se in verità fossimo immortali.
    Io invece credo che la vera paura dei nostri tempi sia un'altra: ed è la paura della solitudine, dell'individualità. Mai come in quest'epoca l'individuo sfugge alla sua dimensione più profonda, più personale, cercando rifugio nella massa, nel conformismo, nel così fan tutti. E qui il discorso converge sul ruolo, pilotato, dei media.

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