14-11-2017
sono
venuto per farmi vedere
dal
cadavere.tu eri bella e pazza.
tu bruciasti subito, in una grande luce,
in una grande fiammata di calore e bellezza
che mi abbacinò
tu
mi insegnasti ad essere ciòche ero
ma
io non ho saputo esserlo abbastanza
e la mia vita è un cumulo
di inaccaduto
tu
avevi visto il fondo
terribile e sfolgorantee ne eri restata per sempre
folgorata.
nel
sogno si crede al sogno
e
nella vita si crede alla vitama tu lo sapevi che era tutto
incredibile
perché eri sola
eri pazza
perché eri bella
ti
trascinavi, ormai
come
un’altraal posto tuo
giocato e perso
ma
nel sogno
per
sempreresterai
in quel pomeriggio d’inverno,
quando guardasti
la pioggia
senza rispondere
alla domanda:
ma tu, soffri?
II
per sempreil disegno
della barchetta sotto la luna
per sempre
il tuo sguardo, i tuoi occhi neri, i tuoi capelli neri, e la pelle bianca.
III
nessuno mi ha amato, in fondo
in questa vita.ma in fondo mi hanno
forse
amato
i pazzi che ho amato
IV
no, non si muore... il mondo è un continuo
di tratte e porzioniche si risolvono l’una nell’altra
ma, grosso modo, tu sei morta.
no, non si muore, il tempo è solo
una sfocatura percettiva, una nostraimperfetta rappresentazione, apparenza
e tutto è coessente e coincidente
in un blocco unico...
ma per certi aloni della sfocatura, in cui sto,
ma imprecisamente parlando
tu adesso
tu sei morta
non esiste morte – siamo una cosa sola
una memoria agile, un organismoquella bestia tenace che è l’umano
e viviamo finché ci sarà lingua...
la vita è una morte imperfetta
un’agitazione inconsulta di impermanente
la morte è una vita imperfetta.
ma tanta parte di te, troppa parte di te
non c’è più.
la massa, il grossolano,
il consistente, il ragguardevole, il sufficientemente grande,
l’umanamente computabile,
lo spendibile, il salutabile e riconoscibile
sono, pare, forse, apparentemente, approssimativamente, perduti
aboliti
grosso modo
sei morta.
V
la santa degli occhi
non salvò i tuoi
ma dopo 40 anni meno dodici giorni
io vedoquegli occhi
e vedo
con quegli occhi
io faccio voto
di non peccaredi perdermi
nella serietà e la bellezza
di disprezzare
la vita, e amare
essere.
eri bella
perché eri solae dio ti concesse
la veggente follia
violenta e tenera
forsennata e lucidasfrontata e intima
spietata e pia
disperata e allegra
ti trascinavi, ormai
come un’altraal posto tuo
giocato e perso
anche chi ti conobbe
ti dimenticheràma io conservo nella teca
della lingua
un fiore
della non lingua
che tu parlavi
che tu tacevi
e già...
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