per queste ragioni, forse, per questa componente di azzardo e di avventura, quasi di temerarietà, che spinge l’io pago di sé a mettersi a repentaglio, ad arrischiarsi oltre le proprie frontiere, l’aggettivo che deriva più immediatamente da eros non è erotico, che ha una “t” di troppo, ma eroico...
oggi ho mangiato troppo, sicuramente per una qualche forma di compensazione affettiva, e sento il cibo che mi preme sulla bocca dello stomaco. è l’amore ai tempi del reflusso gastro-esofageo, mi dico, ma non mi sembra di essere il solo che si riduce a abusare di merendine, di televisione, di superlavoro, di fumo, di vanità e di altri mediocri surrogati degli eroici furori, il solo ad essere vittima del politically correct, dell’intorpidimento dei nervi, della fine degli ideali, della doppiezza diabolica che ha sostituito il daimon divino, del poco e dell’inconsistente che ci circonda.
l’amore ai tempi del reflusso gastro-esofageo, dunque, è l’amore di chi non si situa in “tutto” il proprio spazio, di chi non sente più il proprio limite e la tensione a superarlo, è quello degli statici contro gli estatici, degli erotici contro gli eroici, dei fatui contro gli entusiasti, dei frivoli che non osano nulla oltre il recinto del gioco contro i temerari, contro i furiosi.
domanda: leopardi avrebbe dovuto comprare le bikkemberg?
così avrebbe aumentato il suo livello di figaggine, avuto
più successo con la pesarese o fanny targionitozzetti o teresa fattorini ecc
e poi non si può escludere che queste bikkemberg ai piedi
sottilmente gli avrebbero fatto saltare qualche virgola decisiva, avrebbero lavorato
in qualche modo anche nel testo falsificandolo, serializzandolo, normalizzandolo...
oppure avrebbe una vita e una poesia più felice e rinsanguata, in qualche modo più
vera e verificata, meno erronea, meno deviata...
a volte ho la sensazione di essere la versione intelligente di un cretino
abitare il proprio dintorno. vivere nel proprio alone
una scrittura autentica è sempre una proposta politica
bisogna aspirare all’impossibile, ma poiché l’impossibile è
impossibile, non bisogna fare niente
sostanzialmente non amo molto le donne, ma certe
configurazioni frequenti nelle donne. milioni di anni di evoluzione, di lavoro
del tempo sui corpi, hanno creato forme talvolta di una bellezza incredibile, un
miracoloso incasso di materia soffice in linee nitide e veloci, un’incredibile armonia
di mollezza e plasticità, una concussione e poi un’ondulata e fluente concatenazione
di moti, atti, stati, colori, luccichii
ma poi ci vestiamo un po’ fascinevoli? (disse la 16enne)
mi
chiedo se dietro lo sguardo dolcissimo di quella ragazzina c’é anche una
dolcezzissima
(oppure, come si dice nella gatta cenerentola, "ogni femmena tene 'o 'mmele 'mmocca e 'o rasulo 'mmano")
(oppure, come si dice nella gatta cenerentola, "ogni femmena tene 'o 'mmele 'mmocca e 'o rasulo 'mmano")
lo
scorrimento del flusso del mondo, nei corpi delle ragazze. punti di
pienezza da cui il mondo riluce
leggermente. si vede il blu che è in fondo al cielo. altro mondo cospicuo è nei
corpi di 2 ragazze vive, di cui una appoggiata al motorino, che appaiono nel
pieno della loro flessibilità e suscettività corporea (una sorride tenuemente,
quasi a darne conto).
il
sangue, le particelle, gli scambi hanno in questo suo segmento, nelle loro
sagome, assunto forme nuove, germinali.essendo vive, si rialzano e occupano altri posti
fatti mungere. voglio fare mozzarella di te (o anche: da
te)
(in gastronomia è ben noto che è il grasso "ntrafilato" a dare sapore alla carne di maiale...)
il fiore, organo sessuale dell’ente
aggiornamento di detti maschilisti: le donne si dividono in
softwhore e hardwhore
i neonati e i morti sono tutti uguali fra loro. in mezzo si
passa per l’apparire un individuo
tutti sono troppo convinti di essere qualcosa, a volte perfino
qualcuno, non sanno di essere poco più che tubi di diverso peso, calibro e
profilo attraversati da tutti i linguaggi che li hanno preceduti…
in genere i morti nei sogni “non erano veramente morti”, e nello stesso senso noi non siamo veramente vivi
la pentola è una protesi dello stomaco, la carta della
psiche, i vestiti di pelli e peli, le ottiche e la tv degli occhi, di ogni
organo abbiamo inventato una protesi...e il culo? il culo fa il suo umile
lavoro tutto da solo da 4 milioni di anni, e nessuna tecnologia lo aiuta... sia
lode al culo, l’unico pezzo umano che è restato se stesso, dove si legge l’uomo
per quel che è...l’unico che dovrebbero studiare gli psicologiin genere i morti nei sogni “non erano veramente morti”, e nello stesso senso noi non siamo veramente vivi
a volte l’aria era così limpida che si vedeva il linguaggio
Notevole Livio!
RispondiEliminagrazie a notarlo, sandro...
RispondiEliminaNòtolo anch'io, che passo per la prima volta per di qua (grazie a e per colpa di Mariangela), e conto di tornare.
RispondiEliminapassa e annotola quando vuoi...
RispondiEliminaaitan... suppongo un festeggiante di domenica scorsa...