domenica 1 dicembre 2013

L’ amore ai tempi del reflusso gastro-esofageo – e altre

l’amore è sporgersi da se stessi; è una strana propensione, deriva o abbandono dell’io che lo porta in qualche modo a  esorbitare da sé, a sconfinare dallo spazio angusto che siamo. forse, o sicuramente, il tentativo è destinato a fallire,  perché né la nostra carne può uscire dalla nostra carne (se non nella forma codificata del messaggio seminale), né il nostro io, costituito di segni e rapporti fra i segni,  può alienarsi da questa struttura senza perdere riconoscibilità e dunque identità. in questo senso, l’amore è una direzione, un termine.
per queste ragioni, forse, per questa componente di azzardo e di avventura, quasi di temerarietà, che spinge l’io pago di sé a mettersi a repentaglio, ad arrischiarsi oltre le proprie frontiere, l’aggettivo che deriva più immediatamente da eros non è erotico, che ha una “t” di troppo, ma eroico...
 
oggi ho mangiato troppo, sicuramente per una qualche forma di compensazione affettiva, e sento il cibo che mi preme sulla bocca dello stomaco. è l’amore ai tempi del reflusso gastro-esofageo, mi dico,  ma non mi sembra di essere il solo che si riduce a abusare di merendine, di televisione, di superlavoro, di fumo, di vanità e di altri mediocri surrogati degli eroici furori,  il solo ad essere vittima del politically correct, dell’intorpidimento dei nervi, della fine degli ideali, della doppiezza diabolica che ha sostituito il daimon divino, del poco e dell’inconsistente che ci circonda.
l’amore ai tempi del reflusso gastro-esofageo, dunque, è l’amore di chi non si situa in “tutto” il proprio spazio, di chi non sente più il proprio limite e la tensione a superarlo, è quello degli statici contro gli estatici, degli erotici contro gli eroici,  dei fatui contro gli entusiasti, dei frivoli che non osano nulla oltre il recinto del gioco contro i temerari, contro i furiosi.

  

domanda: leopardi avrebbe dovuto comprare le bikkemberg?
così avrebbe aumentato il suo livello di figaggine, avuto più successo con la pesarese o fanny targionitozzetti o teresa fattorini ecc

 in qualche modo però secondo me, per quanto nella sua poesia non sarebbe restata alcuna traccia delle bikkemberg, una poesia di uno con le bikkemberg avrebbe avuto meno valore (meno controvalore!!) di quella di uno senza...
 
e poi non si può escludere che queste bikkemberg ai piedi sottilmente gli avrebbero fatto saltare qualche virgola decisiva, avrebbero lavorato in qualche modo anche nel testo falsificandolo, serializzandolo, normalizzandolo...  

oppure avrebbe una vita e una poesia  più felice e rinsanguata, in qualche modo più vera e verificata, meno erronea, meno deviata...  

 
io, in me, sono 2 livi, ma senza di me sono solo una cosa che raccoglie il tempo del passato, e se ne fa attraversare fino al futuro


a volte ho la sensazione di essere la versione intelligente di un cretino


abitare il proprio dintorno. vivere nel proprio alone

 
 
io voglio un mondo che accade in un altro spazio, visto con nuovi occhi, digerito con nuovo stomaco, in un altro spazio percettivo e immaginativo, e cioè, poiché per l’uomo la realtà è ciò che riesce a vedere e immaginare, in una nuova realtà.
una scrittura autentica è sempre una proposta politica

 
bisogna aspirare all’impossibile, ma poiché l’impossibile è impossibile, non bisogna fare niente

 
sostanzialmente non amo molto le donne, ma certe configurazioni frequenti nelle donne. milioni di anni di evoluzione, di lavoro del tempo sui corpi, hanno creato forme talvolta di una bellezza incredibile, un miracoloso incasso di materia soffice in linee nitide e veloci, un’incredibile armonia di mollezza e plasticità, una concussione e poi un’ondulata e fluente concatenazione di moti, atti, stati, colori, luccichii

 

ma poi ci vestiamo un po’ fascinevoli? (disse la 16enne)

  

mi chiedo se dietro lo sguardo dolcissimo di quella ragazzina c’é anche una dolcezzissima


(oppure, come si dice nella gatta cenerentola, "ogni femmena tene 'o 'mmele 'mmocca e 'o rasulo 'mmano")

 

lo scorrimento del flusso del mondo, nei corpi delle ragazze. punti di pienezza  da cui il mondo riluce leggermente. si vede il blu che è in fondo al cielo. altro mondo cospicuo è nei corpi di 2 ragazze vive, di cui una appoggiata al motorino, che appaiono nel pieno della loro flessibilità e suscettività corporea (una sorride tenuemente, quasi a darne conto).
il sangue, le particelle, gli scambi hanno in questo suo segmento, nelle loro sagome, assunto forme nuove, germinali.
essendo vive, si rialzano e occupano altri posti

 
fatti mungere. voglio fare mozzarella di te (o anche: da te)

 
stupida faccia da avvocatessa per bene... non sai che l’unica cosa che apprezzo di te è la cellulite, che dà al culo quel po’ di senso di grasso che attiva il parasimpatico...
(in gastronomia è ben noto che è il grasso "ntrafilato" a dare sapore alla carne di maiale...)

 

il fiore, organo sessuale dell’ente

 
aggiornamento di detti maschilisti: le donne si dividono in softwhore e hardwhore

 
i neonati e i morti sono tutti uguali fra loro. in mezzo si passa per l’apparire un individuo

  
tutti sono troppo convinti di essere qualcosa, a volte perfino qualcuno, non sanno di essere poco più che tubi di diverso peso, calibro e profilo attraversati da tutti i linguaggi che li hanno preceduti…


in genere i morti nei sogni “non erano veramente morti”, e nello stesso senso noi non siamo veramente vivi
 
la pentola è una protesi dello stomaco, la carta della psiche, i vestiti di pelli e peli, le ottiche e la tv degli occhi, di ogni organo abbiamo inventato una protesi...e il culo? il culo fa il suo umile lavoro tutto da solo da 4 milioni di anni, e nessuna tecnologia lo aiuta... sia lode al culo, l’unico pezzo umano che è restato se stesso, dove si legge l’uomo per quel che è...l’unico che dovrebbero studiare gli psicologi

  
in genere non sono molto d’accordo col mio pene, ma con il cervello ancora meno


 
a volte l’aria era così limpida che si vedeva il linguaggio

4 commenti:

  1. Nòtolo anch'io, che passo per la prima volta per di qua (grazie a e per colpa di Mariangela), e conto di tornare.

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  2. passa e annotola quando vuoi...
    aitan... suppongo un festeggiante di domenica scorsa...

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