la sua sintesi organica è certo stata possibile nelle condizioni favorevoli create dall’invenzione della tv... i nostri neuroni, come quelli del piccione che secondo lacan si strutturano fisicamente in risposta a certi stimoli visivi, hanno assunto nuove forme più spappolate...l’impasto si è andato fluidificando sempre più, visto che ogni pensiero, comunicazione, sentimento doveva passare prima nel dispositivo permanentemente acceso (anche quando fosse spento) della tv, e ne usciva triturato, ridotto a una purea in cui le endorfine del piacere fungevano da catalizzatori. il centro organizzatore di questo vischio si andava localizzando sempre più in una zona extracorporea e impersonale, nasceva una specie di cervello collettivo, che è proprio dell’uomo, ma nell’homo tecnologicus si è astratto al punto da perdere il rapporto col mistero della materia, col bosco del corpo popolato dagli elfi, dall’inaspettato.
tutto ciò ha reso la bellezza dal mondo assente. nessuno è più quella cosa pura, appena sorta, appena sgorgata, quella cosa diffusa d’aurora che è come una luce violenta, in cui sola e inaspettatamente può baluginare, può sfiammerellare la bellezza. tutti rattrappiscono i gesti e i pensieri nella gregarietà, nel calcolo, nella furbizia, nell'assennatezza, nella contingenza, nel bisogno e non nel desiderio, nel misurabile e non nell’incommensurabile, nel compiacere e piacere e ammiccare e fingersi, e non nell'avventurarsi, e non nell'avventurarsi in ciò che sono.
c’è per esempio nella tv (e come causa e per conseguenza in noi) il programma di fabiofazio che era nato come il programma della “qualità”, che proponeva la cultura, gli strumenti per addentrarsi nei boschi impervi. alla prima puntata infatti ricordo che invitò una guardia forestale, che salvaguardiava onestamente e ignotamente e dignitosamente la bellezza. poi man mano invitava sempre più “i famosi”. ecco che adesso il programma invitava le raffaellecarrò, i vincitori di sanremo e gli scrittori vendicopia, alla fine aveva identificato perfettamente la qualità col successo. cioè aveva identificato la qualità con la quantità.
ecco che i furbi politici hanno capito che non devono essere
più autoritari o rigorosi, ma piacere, elargire godimento, divertimento,
humour. che l’asservimento dell’altro uomo, il suo adescamento, la sua introiezione
nella propria sfera d’esistente la otterranno così (fingendo a volte di voler ribellarsi
al potere o alla vecchia politica..). hanno quindi in faccia o il lugubre sorriso
di berlusconi o altre forme mascherate e equivalenti.
lo spirito santo, uscito dal bosco, ha illuminato i
cardinali e ha eletto il papa “semplice”. ma sarà vero? a parte il fatto che
non dimentichiamo che francesco d’assisi andò a baciare la pantofola del papa,
mentre il rigoroso e meno semplice savonarola, che ne denunciava le nefandezze,
verrà bruciato vivo sul rogo. a parte il fatto che il gesuita bergoglio amava
pregare nella chiesa di roberto bellarmino santo (attualmente seduto dunque anima e anima
accanto a dio), che bruciò giordano bruno perché non la pensava come lui, che
il sole girava e altre sue belle idee. e che insomma la chiesa è questa, e non
sarebbe nulla senza questo. ma che valore avrebbe la sua operazione di sottrazione di
potere, se egli non fosse un potente? se egli fosse semplicemente, che so, uno
scrittore o un blogger dotato di sola carta e penna, del solo se stesso, senza
la scenografia propagandistica di san pietro, senza l’apparato, senza lo ior, a
che grado di insignificanza scadrebbe la sua croce di ferro? e se questa scenografia fosse ridotta a zero, non potrebbe che svelare l'inconsistenza di ciò che la chiesa ha da dire e proporre. quel che dice il papa, non lo diceva pari pari il suo precursore bergoglio? lo spirito santo non vi ha aggiunto una virgola. qualcuno le ascoltava? qualcuno voleva toccare l'uomo bergoglio? quando vogliono toccare il papa, i fedeli vogliono toccare ciò che rappresenta, che si differenzia dall'uomo solo per avere più potere. e non sa il papa che
doveva essere necessariamente sudamericano, per rafforzare colà il potere, per aprire nuovi mercati alla commercializzazione della vita eterna, e
più profondamente per dimostrare, in rivalità e in spregio ai musulmani, che il
cristianesimo non è un fenomeno culturale, locale e storico, ma la “vera”
e universale religione, il che non è riuscito a ratzinger con la teoria?
con tutto ciò mi è simpatico, mi sembra un buon uomo. ma
separiamo l’uomo dal papa, il peccatore dal peccato, che è la religione (ben
altro dal misticismo, anzi proprio il contrario).
post dedicato a adriana borriello (di cui debutterà ad aprile l’ultima coreografia, “beltà, poi che ti assenti...”, tratta da
gesualdo da venosa ...)
e a roberta durante
(di cui ho appena inserito alcuni lavori nella sezione terza persona di questo
sito)elfi diversi, ma dello stesso bosco
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