votare è decidere chi ci rappresenterà nella “miniatura sociale” del parlamento.
ma chi siamo realmente?poche o pochi di noi si innamorerebbero di monti o bersani...tutti però, senza rendercene conto, nella vita reale agiamo, come loro, secondo principi di razionalità e responsabilità: paghiamo il fruttivendolo se ci dà le mele, “guardiamo” prima di attraversare la strada, se il bilancio familiare è passivo lo “controlliamo"...ma poi votiamo “de core” e non “secondo ragione”...
il problema secondo me è questo: i meccanismi deresponsabilizzanti della massificazione e globalizzazione, il lavorio di frollatura e ammollatura cerebrale dei media, la meccanizzazione e elettrificazione delle nostre vite concorrono tutti a impigrirci nelle scelte più “convenienti” e meno rischiose...
così nell’amore e negli affetti, nelle scelte di vita, o nell’arte e in altri campi “franchi”, dove si dovrebbe assumere in proprio il rischio, altissimo, di investire le nostre pulsioni irrazionali, diventiamo sempre più mediocri, omologati ai media, snerbati e disinfettati dal politically correct, accorti e pavidi nel costruirci reti di sicurezza familiari e economiche... giriamo metaforicamente col gel disinfettante a portata di mano, perché lì a rischiare siamo noi... siamo diventati i contabili del sentire...
nelle scelte sociali riversiamo, precipitiamo invece tutti i nostri sogni, ideali, astrazioni e fanfaluche...tanto a rischiare è quell’entità per noi italiani sempre virtuale e improbabile che è la collettività, lo stato...siamo audaci, nobili e idealisti per delega e a spese degli altri.
ma questa patologia del meccanismo di fondo ci fa sognare male... perché non è quello il vero sogno...non lo è certamente lo squallido, ignobile sogno berlusconiano: i soldi, la piscina, la puttana... ma non lo è nemmeno quello pastrocchiato e spesso demagogico di grillo, tutto costruito artificialmente sulla sua verve...un mondo migliore è possibile, ma quello grillino è migliore ma non possibile...il reddito di cittadinanza da una parte, la decrescita dall’altra...il protezionismo e poi la società multietnica... la politica partecipata e il culto della personalità maoista...la democrazia dal basso e le scomuniche dall'alto...internet e l’ecologia e il luddismo tecnologico...il giovanilismo di un 65enne...l'antispettacolarismo di un comico costruito, pasciuto e glorificato dalla tv...il legalismo manicheo di un condannato....detto ancora più in sintesi: la parte buona del programma (la critica dello strapotere finanziario, la decrescita responsabile, l'etica pubblica) è irrealizzabile. al mio fegato e alla mia milza grillo piace...gli ormoni girano meglio in mezzo ai ragazzi... le risate che scatena fanno sangue, sono emopoietiche ... ed è bene che entri in parlamento...ma la politica è come zappare la terra...se semini zecchini d'oro nel campo, non escono.
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