tag:blogger.com,1999:blog-6198110695431270194.post6560596008735099258..comments2023-06-27T11:18:18.383+02:00Comments on Livio Borriello quasi-blog: ancora sul percepirelivio borriellohttp://www.blogger.com/profile/08953077331346792932noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-6198110695431270194.post-89729045417880053432012-10-17T09:31:17.855+02:002012-10-17T09:31:17.855+02:00"Alla fine di una giornata di lavoro emergo c..."Alla fine di una giornata di lavoro emergo con le pagine di quello che uso chiamare 'quello che volevo dire'. Ma ora mi chiedo con maggiore cautela: queste parole stampate sulla carta, sono davvero quello che volevo dire? E' sempre sufficiente dire, come resoconto fenomenologico, che da qualche parte nel profondo, sapevo quello che volevo dire, dopodiché ho cercato i segni verbali appropriati e li ho rigirati fino a che non sono riuscito a dire quello che volevo? Non sarebbe forse più accurato dire che giocherello con una frase fino a che le parole sulla pagina non 'suonano' o non 'sono' giuste, e allora smetto di giocherellare e mi dico: 'Questo dev'essere quello che volevi dire'? Se così è chi è che giudica quello che suona giusto oppure no? Sono necessariamente Io ('Io')?<br /><br />J.M. Coetze, Diario di un anno difficile<br /><br />Elio Paoloninoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6198110695431270194.post-53877248472084456132012-10-08T19:24:30.832+02:002012-10-08T19:24:30.832+02:00Se ogni tanto la forma viene, tanto meglio, è quel...Se ogni tanto la forma viene, tanto meglio, è quello che resta, anzi, quella è l’unica forma che vale... ma io parto sempre da concetti, sentimenti, impulsi etici e cioè pratici, non faccio letteratura... se poi accidentalmente e inaspettatamente prendono forma, è meglio, ma non gioco... per cui mi va bene anche saviano, anche il documentario, anche di pietro (come linguaggio, come forma, non come contenuti...che si è dimostrato un politicante pure lui), anche baglioni (il primo, non il simpaticone versione fazio) ... insomma chi scrive sempre in scrittura va a parare, ma cambia molto se sei uno che dà un controvalore alle parole, e le seleziona con quel criterio, e la bellezza in sé la cerca magari nell’eros ... c'è una scrittura che produce effetti, e una che produce letteratura<br />livioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6198110695431270194.post-17354000916504629032012-10-08T19:14:15.345+02:002012-10-08T19:14:15.345+02:00Livio, rassegnati: scrivi bene anche tu, anzi beni...Livio, rassegnati: scrivi bene anche tu, anzi benissimo. Il tasso di letterarietà non si abbassa solo perché usi i puntini di sospensione e l’anacoluto, spezzetti i periodi, riprendi un tema, adotti toni (involontariamente?) lirici, ricorri alla contrazione, all’aforisma, al paradosso. La necessità di esprimere concetti ardui e inusitati (o semplici, elementari, corporali, non verbali o non verbalizzabili, quindi ancor più inusitati) ti porta sempre più avanti nella sperimentazione, nella ricerca sofisticata di un linguaggio aderente al corpo, alle cose, all’essenza; ti porta insomma sempre più avanti nella ricerca formale. La forma perfetta non è che aderenza a ciò che si vuole comunicare. E’ questione di funzionalità. Scrivere male, quindi, è l’artificio estremo. Sei il più sincero degli scriventi ovvero il più falso, il più ricco di retorica. <br />elio paoloniAnonymousnoreply@blogger.com