domenica 18 settembre 2016

In pieno io

                                                                     alice in poltrona

gemsbraun il cantante diceva gitap, mettilo su, mentre liò la cantante fit con alba bellugi la dodicenne sensibile diceva mi voglio addormentare sulle foglie, ma se veniva gemsbraun finiva male per tutte e due

 
il mio corpo era sceso a comprare le alici, ce n’erano altri che si agganciavano fra loro con sequenze di aria sagomata che entrava nelle orecchie. il progetto era di usare le alici già cadaveri per introdurle nella cavità tubolare al mio interno e farne me, incrementarmi, livizzare l’alice, in pratica le salme argentee un po’ abbacchiate prima si surriscaldavano, poi essendo il tubo nel mio dominio d’esistenza potevo annetterli – arracanate –  (nel cubo di pietra varie altre bestie rivestite manifestavano stesse intenzioni con varianti tipo fritte o bollite verso altre salme lì sciorinate), insomma predavo e introiettavo....così l’alice sminuzzata prendeva il mio posto, prendeva miei posti disseminati e piccolissimi (pezzi vecchi di me) e ... miracolo! prodigio teriomorfico... siccome io ero quel posto, l’alice ora era me... fuoriusciva me stesso... io assegnatario provvisorio e abusivo di spazi...io imbottitura di alici stabilizzata da filamenti d'aria attaccati alle nevroglie...
 

altri eventi incredibili accadevano in quel lasso di tempo, ragazze con strani propositi apprendevano rotazioni zompi convulsioni varie nel Tonymanero fanclub
 

questo che accade, accade definitivamente, irrimediabilmente, esattamente.
questo che accade, è incamiciato, costretto nelle fasce dei contorni, dell’istante.
dal suo spigolo, non accade


questa scritta Tony Manero funclub
quest’azzurro del cielo è in piena azzurrità, e si slaga nel mio io, formando questa strana mistura di questo azzurro coerente, i pescetti, e certe frasi di hegel in transito nella capoccia
 

questa bambina si è accorta di me, altro vivente, un'altra coppia di occhi.
bambina molto poetica, se si considera che era quanto un peluche e conteneva ingente poeticità (la bambina potrebbe esplodere nel mondo, e il mondo si farebbe tutto bambina, intriso, pervaso, inzuppato di bambina)

 
la fama e il successo sono ormai il pagamento preferenziale anche della morte: gli squilibrati che si fanno saltare in aria per diventare almeno famosi, famosi ex-loro sparpagliati. famoso morto, la sua nomenclatura (per es. mohammed) colonizzerebbe tutte le coclee e uvee e si attaccherebbe a milioni di neuroni, di questi segmentini di gelatina intorno a cui sembrerebbe ruotare il mondo dal nostro punto di vista, ma in particolare i segmentini di certi corpi importanti e affermati, preponderanti (maschi alfa ecc.) e altri ad essi connessi, questa immensa rete, net, trama di nevroglie contenuti in certe masse mobili privilegiate distribuite nel mondo, imprimendosi in supporti e creando strutture, costituirebbe la parte più importante del mondo... tutto passerebbe per i tubi cavi e gallerie che si aprono in questi corpi, e l’essenza coerente di tutto sarebbe l’aria percossa da organuli molli e penduli, e la sua capacità di trattenere rapporti.    


ogni cosa o accadeva sullo sfondo, o sprofondava in un corpo pneumatico, ogni là si faceva qui, e qui non era più quello che era lì... e questa è la lingua 


la lingua fuoco, lingua di fuoco bruciante accesa nel cavo oscuro, nel vestibolo del mio io vuoto, punta retratta della materia mia, che entra nell’altrui bocca per codificare il linguaggio, nell’altrui orecchia per operarvi, e parla alla pelle e agli organi più sensibili sostanza contro sostanza nell’amore, e nella codifica zero lingua a lingua, massa umida contro massa umida, argilla a argilla, del bacio. fiamma votiva perpetuamente guizzante nel tabernacolo, animale irrequieto intanato nei tessuti molli e acquosi, vera punta dell’uomo. strano uomo, articolato dal vuoto radiante e nebuloso al centro dell’ano al vertice acuminato e rovente della lingua.

6 commenti:

  1. un piatto ricco, questo post, davvero una gran bella zuppa di pesce inzuppata. mentre leggevo ho pensato: pensa se invece si aliciasse livio! un bel casino. intendo, d’un tratto potresti sorprenderti iscritto d'ufficio al Tonymanero fanclub, guizzante e dibattente abboccaperta sulla pista, circondato da ragazze impegnate in rotazioni, zompi e convulsioni varie. riesco a visualizzare l’immagine ed è bellissima
    : )))
    e di lì a poco dalla bocca spalancata uscirebbero lingue di fuoco che invece di disporsi docili sul capo a mo’ di spirito santo biblico, s’avventerebbero verso le cavità buccali altrui per avvinghiarsi in baci col rifrullo alla francese nel vestibolo del vuoto. come codifica del linguaggio l’eco d'un rifrullo non è niente male.
    quando non sei troppo impegnato dimmelo, che se t’aggrada, l’idea di qualche paginetta scritta a quattro mani è sempre valida.

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  2. mi aspettavo l'intervento di malos, sempre vigile sui pezzi che ritengo più interessanti... e questa rispondenza mi conforta...anche perchè spesso poi proprio questi pezzi sono misconosciuti e misunderstood...(questo ad es. ha 1/20 dei click rispetto al precedente, su c. p.... sul pezzo a 4... bah, io sono un individualista...ma magari mandami di tuo qualcosa di serio, non solo commenti e svariamenti a tempo perso...

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  3. non è mai perso il tempo quando svaria, ma quando si ripete sempre uguale.
    : )))
    ti manderò una mail (tanto poi non la ricevi, eh eh eh), per provare a spiegazzarmi meglio (però... non ti facevo un individualista. mmmm, potrebbe essere un problema perché in tal caso il feto quadrumane come minimo nasce già morto).
    :(

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  4. hai ragione, individualista contraddice molti aspetti della mia visione...certo però la scrittura nasce in un corpo e con un corpo, e è isologa a un corpo, anche se la lingua è pubblica... di fatto cmq non è facile realizzare una qualche sintonia e dunque autenticità di scrittura, anche quando ci ho provato con persone che conoscevo molto bene e il cui corpo era prossimo, il risultato era dubbio... cmq riparliamone in privato

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  5. cmq riparliamone in privato, disse il rimasuglio o ricordo di alice - almeno

    chiamami alycia disse all'improvviso livio, nel bel mezzo di un simposio sulla sua scrittura, e tutti si ammutarono all'istante

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  6. e già. qua siamo tutti rimasugli che parlano... rimasugli di fritto misto (sia sempre detto con sano ipertono renziano, eh....)

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