domenica 21 agosto 2016

aliano piuttosto che il nulla

                                                                              

 
in questi giorni, fino al 25,  partecipo con una quasi installazione al festival di aliano organizzato da franco arminio, La luna e i calanchi. Il lavoro è costituito dal testo introduttivo che segue, e da una scelta di post tratti da questo blog, montati in modo da cercare di riprodurne il rapporto testo-immagini. avendo scarsa esperienza di installazioni di questo tipo, mi sono fatto aiutare da ugo simeone, gabriella giordano, nella selbonne e grazia coppola, che ringrazio.
 
aliano come spigolo della realtà, luogo estremo, avamposto del mondo. faccende, vicende, commerci umani addossati, sperduti in uno spazio. provenendo da spazi svuotati, disoccupati, attraversati da strade che portano dal nulla al nulla, a un tratto appare qualcosa, questo qualcosa è aliano. propriamente, e prima di essere aliano, è ciò che è aliano, aliano piuttosto che il nulla.

guardare il mondo dalle finestre di queste case, dal belvedere dell’anfiteatro, dalla strada ci avvicina a una percezione più originaria delle cose, ci fa avvertire la loro inconsistenza, stranezza, incredibilità, rischiosità.
galleggiando come un vascello alla fonda in mezzo al mare di crete bianche, è un emblema emozionante della condizione umana. nei suoi paesaggi svuotati, o mai accaduti, si ritrova una povertà e nudità antica.

per queste ragioni, aliano è un luogo profondamente politico, un luogo dove è possibile sferrare il gesto oggi politicamente più necessario, quello di ripensare il mondo, di provare a riformarne la percezione. le rivoluzioni che avvicendano un potere ad un altro sono fallite, la rivoluzione oggi necessaria e possibile è quella che può costruire un nuovo sistema di rapporti nella realtà, che può porre nuove distanze fra le cose, che può ridefinirne i contorni – ma non in senso metaforico, nel senso che a noi sembra fisico e obiettivo.

pensando fra queste crete, ci si può rendere conto che non è l’io a pensare... qui ad es. si vede meglio che il qui è una specie di un là, un là ravvicinato, e il là un qui carico di spazio... in questa luce materica, millenaria, come se fosse stata sempre la stessa luce a circolare fra i pinnacoli e i calanchi, l’altro ci appare diverso, la pelle, le parole, i movimenti dell’altro si manifestano sospesi nella loro incertezza originaria. provate a dire: ah.... oppure : cane.... oppure rosso.... vedrete queste pallottole e agglomerati di suono staccarsi dallo sfondo, depurarsi, sprigionarsi dalle maglie di usi e funzioni abituali.
 
forse questo è un luogo ideale per azzerare ogni schema percettivo, per rimuovere le incrostazioni di retorica e rappresentazioni manipolate che è diventata la vita sociale, per vedere la casa nella casa, l’albero nell’albero, l’altro nell’altro. 

2 commenti:

  1. Ho letto questo testo direttamente ad aliano, esposto davanti allo spazio che contiene le tue opere. condivido quanto dici sul valore politico del luogo; e le tue parole mi hanno suggestionato e mostrato una dimensione più intensa e profonda nel paesaggio che i miei occhi contemplavano. grazie. bernardo

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  2. grazie a te... io credo che a. abbia una grande potenzialità, ma spero che sarà gestito con corrispondente rigore...se non altro perché oggi in italia non c'è quasi nulla di simile (negli anni 70 e 80 il quadro era assai diverso...)

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