giovedì 24 dicembre 2015

Nota su uno scontro detto di religioni

Il nodo di gran parte delle problematiche contemporanee è probabilmente da ricercare nella rimozione del senso del sacro del sacro e del trascendente - più propria della cultura occidentale, ma in effetti estesa a tutte le altre. Parlo di rimozione perché si tratta di una tensione innata nell’uomo, sorta nel momento stesso in cui si è costituito come essere di linguaggio, proprio dalla percezione dei limiti di quel linguaggio. Nel momento in cui il parlètre ha parlato, ha posto l’esistenza del non parlabile, dell’impensabile.
E’ necessario ricostruire un reale pensiero del trascendente, un rapporto del pensare all’impensabile. E’ necessario che questo rapporto sia vivo e profondo, e non riguardi una componente inerte e residuale della società.

L’alternativa, al momento, sia in occidente che nel mondo islamico, è fra un laicismo confinato e riduzionista, che elude le domande fondamentali, che non si “accorge” del mondo ma lo utilizza, e una religiosità primitiva e mitologica, e di conseguenza o ideologica o profondamente inconferente.
Il fanatismo religioso non è in realtà che una forma rudimentale, congelata, deviata di una tensione al sacro che non trova un’espressione adeguata nel mondo contemporaneo.
La tracotanza occidentale nei confronti delle altre culture, non è che il risultato di un razionalismo gratuito, che ha dimenticato il proprio fondamento assiomatico e arbitrario, e pretende di sorreggersi su se stesso, facendosi assertore di una verità oggettiva.
Ipotizzare altri sistemi che interpretino la realtà, supporre altre corporeità che producano altri sguardi sul mondo, avventurarsi in altri strati e altre regioni dell’infinito percettivo possibile,  immaginare– con gli strumenti linguistici così raffinati di cui disponiamo -  universi percepiti diversi, è l’unica direzione da percorrere, se non vogliamo continuare a offrire il penoso spettacolo retorico di un occidente che accusa nemici che egli stesso finanzia col petrolio e rifornisce di armi, che dopo aver tentato di imporre il proprio dio (un dio più dio) con le crociate, la propria idea di civiltà con il colonialismo, i propri modelli politici con le guerre dei bush, vuole imporre la propria idea di libertà (un misto di liberismo e licenza spacciato come tale), che si dichiara pietoso e legalitario ma non è in grado di interrompere l’escalation di violenza e rappresaglie, che piange stridulamente i suoi 140 morti senza aver mai pianto i 500.000 bambini iracheni morti per una guerra di cui esso solo ha colpa.

questa nota fa parte di un testo più ampio, e più esplicativo, che spero di completare.

2 commenti:

  1. mmm.... un giorno mi spiegherai per quale razionalistico preconcetto non può essere sconfinato e amplificazionista un multiverso laico
    : ))

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  2. qui non concordo...il "multiverso" laico è meno sconfinato perché non può che comprendere solo ciò che è all'interno della coscienza razionale...quello "mistico" perlomeno riconosce, se non conosce, il non razionalizzabile...anche un sentimento dell'infinito "laico" è cmq monco di qualcosa, non pensa fino in fondo l'infinito...peraltro in questo sentimento non laico includo anche quello che provava einstein, che negava un dio personale (come me) ma non si definiva laico in senso proprio...

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