giovedì 5 febbraio 2015

il quasi-corpo



la vulva è un numero.

la pornostar, a differenza della femmina, sacrifica l’ano, e preserva il numero.

la pornostar ha capito due cose: che l’eros è sacrificio; che dio è numero.

la pornostar non divide il numero, l’unità, la vulva.


(peraltro, la telecamera non distingue fra vedere e vedere il vero, fra valentina-nappi-viva e valentina-nappi-morta,  fra valentina-nappi-felice e valentina-nappi-in-lacrime)


v.n. alle prese con un negro fuori campo dice : ah...aahh...

valentina nappi ha occhi acqua e sapone.

agnello sacrificale, immola l’ano innocente, lo espone al mondo.

l’eros in modalità occidentale

il suo ano martire salva l’occidente

il martirio in modalità occidentale


(il negro si imbatte nell’ano di v.n. e, senza pensarci 2 volte, lo viola. ma in realtà è v.n. che si offre, che ne subisce attivamente e responsabilmente la violenza) 

 
le natiche di v.n. come metafisica influente. la loro algebra produce gonfiore, turgore, incremento (non c’è sacrificio senza forma integra da violare.)   

un corpo giovane è un insieme di numeri. nel corpo umano, bilaterale, quello che manca è l’unità.


funzione esponenziale soggiacente sull'area dorsale di v.n.


(i suoi piedi dalla pelle flessibile, i suoi filamenti di peli, la sua saliva copiosamente fluente, la congerie di organi non visibili, le sue pieghe grinze pliche...lo scheletro nel coito... pensare al regolare molleggio, al ritmo coordinato di valentina-nappi-struttura)


l’abbandono. la perdita di controllo. la bava bagna, inonda, annega il membro.
nell’abbandono, nel soccombere, v. afferra la tensione fra il fluire del mondo e la sua possibile determinazione.


la nube, l’alone v.n. si è imbattuta nel suo corpo, nel suo essere. la quasi-valentina-nappi, il suo fascio di eventi, si è definita in un corpo esatto.


ecco che il culo scintilla. ecco che le sue delimitazioni, i suoi spigoli, si vanno a disporre precisamente nella loro configurazione. la sua carne per un attimo si sospende dal suo essere carne biologica, e si espone quale carne in sé, apofantica, ontologica. è tutta valentina, è tutta la cosa per cui “valentina” sta, è ciò che accadde. violando ogni logica, v.n. esiste.


ha l’aria da svanita e il corpo esatto


bisogna prestare il proprio corpo al mondo



un piccione che volava all’esterno durante l’orgasmo


(propriamente, valentina nappi è un cadavere che gode, anche se “a suo tempo”, nell’invisibilità,  ha vivamente goduto. il poeta peraltro anche anagraficamente morto sciarbodler sostiene peraltro, pur dalla sua condizione di morto, che proprio lo statuto di cadavere di v.n. interessa all’osservatore del film. d’altronde l’altro morto attivo edmunusser si chiede che cosa ci autorizza ad asserire che la v.n. sorridente e intabarrata all’inizio del film sia la stessa protagonista delle successive audaci acrobazie, potendo trattarsi invece di 2 diverse valentinenappe che la nostra percezione ha successivamente identificato, reso coalescenti )


alcune sue cellule, sono divine. alcune sue cellule, sono aritmetiche. alcune sue cellule, sono di bestia. alcune sue cellule, sono perforate (la pupilla).


lei è sempre nello stesso posto (nel film). nel 60x30. le luci fossili del film, si permutano incessantemente (le luci degli sfinteri che fasciano le luci del membro). a volte dice: ah, ahhaa. le sue luci godono (nella realtà immanente gode il masturbatore).



punto di sdrucitura nella superficie di v.n

 (infine - posta la veridicità della riproduzione e l’obiettività della percezione - in che modo quest’anima o psiche o io - dotata di potere decisionale - si sarebbe potuta spostare dal divano insieme al corpo, per andare a amare il negro nell’ultima scena? è ovvio che questa sospensione a forma di fumarola o vapore, o forse a forma esatta del corpo, o comunque questa complessione immateriale di volizioni intenzioni sentimenti informazioni ecc. per poter continuare a restare la psiche di v.n. e non ad es. di un tizio che si trovava a passare e si sedeva sul divano al suo posto, deve avere un sistema di agganci o appigli alla carne che la renda solidale in tutti gli spostamenti sobbalzi capovolgimenti ecc., oppure una specie di adesività o che so qualcosa come una condensa un madore che ricopre un po’ tutti gli organi interni/esterni, oppure la stessa velocità, intenzione, e tragitto - che si acquista alla nascita e si perde alla morte - o anche nei casi agiografici di bilocazione. così come se questa psiche è propria di v.n. ed è dunque avvolta nella sua tunica epidermica, come possiamo escludere che essa sfiati dalle sue numerose discontinuità, perforazioni e lesioni?)

il liscio, il levigato, il fluido, il bianco, lo sferico, il numero

il suo corpo è inaggirabile. nel suo fiorire, dilatarsi, sfiatare come una spugna, come un organismo primitivo, rappresenta il centro della raggiera


 
grazie a una sofisticata apparecchiatura a scansione eidetica, quest’immagine ha catturato l’ano trascendentale della star. quest’ano si manifesta nel visibile solo per un milionesimo di spazio-tempo, e solo se l’operatore ha un tasso di feniletilamina > di 13,08 mg/dl

3 commenti:

  1. questo va nella top ten, minimo minimo sul podio.
    : )
    e in effetti è assai probabile che per essere colte (sapienti), le verità vere (puttane anche se singolari invariabili) debbano esserlo alla sprovvista: solo se sorprese alle spalle, le veridicità più psichedeliche della psiche possono essere afferrate e tenute strette nel palmo, così da riecheggiare durature nei singulti dello spazio-tempo di un cazzo tenuto immanente dai *masturbattori*. in fondo è tutta una colossale recita orgasmica, reccitante, vista da una prospettiva capace di turbare la nostra complessione/comprensione immateriale di scimmie nude, come già intuito dal sommo poeta quando scrive “quella turba che se ne va di retro a’ vostri terghi”. e a riprova di ciò, in quale opera colloca, com’è ovvio, una siffatta intuizione, frutto di approfondite anal/isi il sagace Dante? proprio nell’ambito lambito dal punto nevralgico trascendete, costringendolo a disvelare con la forza ogni recondito segreto in esso contenuto, purgandolo nel Purgatorio.
    : ))

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  2. grazie malos...concordo, appena scende nella schermata lo sposto nella top...
    interessante il tuo sviluppo della mia "tesi", e l'idea di recita orgasmica...un vero ossimoro, perchè non ci dovrebbe essere momento in cui si recita di meno.
    mi riesci a indicare in che punto è la frase di dante che citi? (suppongo ci sia la cesura dopo turba, per fare l'enedecasillabo)... sono curioso di andare a vedere se se ne può effettivamente trarre qualche spunto - non troppo forzato - sul tema...(a occhio e croce mi pare difficile...)

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  3. "ma se la vostra maggior voglia sazia / tosto divegna, sì che 'l ciel v'alberghi / ch'è pien d'amore e più ampio si spazia / ditemi, acciò ch'ancor carte ne verghi / chi siete voi, e chi è quella turba / che se ne va di retro a' vostri terghi"(purgatorio 26mo canto)

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