lunedì 27 agosto 2012

Polpaccio

questo sono anch’io



 
  questo sono anch’io

 
     la mattonella, non sono io
 
anche, il diaframma blu/e del pigiama non sono io
 
però anche il polpaccio non sono io. a parte che non mi identifica...a parte che da che nacqui  ogni cellula fu ricambiata 100 volte da altre cellule (mie?)....  a parte che queste/o sono le luci del polpaccio, quindi è il sole.... questo polpaccio è sole più che io .... anzi è sole convertito in plasma e pixel... a parte altro...

 in che senso io, fotografandomi, tracciandomi dall’occhio       :     sono in questo polpaccio?
 
ma anche il cervello,  e l’occhio, non sono io

 a parte che se fossi scemo (più scemo) o cieco (più cieco), un io sarebbe sempre, ma non penserebbe, e non vedrebbe e fotograferebbe /traccerebbe con la luce, altra luce/ il polpaccio

 a parte che io sono legione, sono posseduto dai miliardi di uomini che mi hanno preceduto, e hanno convogliato in me quel linguaggio che credo di essere – linguaggio verbale, grafico, ma anche oculare cromatico olfattivo tattile ecc
 
a parte altro

 perché io pensa di essere lì in questo punto (indeterminabile) dello spazio – lì in quel momento contingente della mia stessa proiezione e articolazione dell’istante unico, che è il tempo

 (come faccio a essere una determinazione dello spazio tempo che io stesso svolgo)
 
io sarei il contorno del polpaccio, il gradiente di consistenze, la linea di segregazione cromatica, l’aura  di fonemi, grafemi e neuremi     livio borriello     ma anche ‘sta roba, è solo apparenza, come il tronco kafkiano
 
alla fine ne viene fuori questo bell’omo (20 anni fa)


questa cosa poteva ( a suo tempo) funzionare nel mondo, attivare neurotrasmettitori, aveva un utilizzo antropologico
 
certo però era la cosa che fossi meno


 

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