giovedì 6 settembre 2012

la vulva di claretta, il gorilla alfa

fra mussolini e gli italiani, o perfino fra berlusconi e gli italiani, il peggio sono sempre gli italiani, che li esprimono, li “producono”, li idolatrano, e poi a loro comodo li giustiziano. che cosa sono m. e b. se non animali sacrificali, che volontà esprimono se non quella del popolo, convogliata nel loro corpo? ieri su rai3 splendido documentario de La grande storia, sulle lettere fra il duce e claretta - gettava una luce tragica e profonda, a tratti nobile, a tratti agghiacciante, sull’uomo e sulla donna, ma anche sulla Storia che è sempre fatta da uomini e donne, dalla loro carne e le loro passioni, diversamente da come appare nei libri. certamente il culto della forza, vissuto attivamente dall’uno e passivamente dall’altra, come il resto del ciarpame fascista non appaiono recuperabili. l’impressione è che la Storia (il fascismo) infine si sia sprigionata dalla vulva di claretta, vulcano in continua effusione e estrusione di adorazione verso il gorilla alfa, il più alfa del secolo. mussolini ha fatto la Storia per qualcuno, e la più qualcuna era probabilmente lei, che con la sua passione parossistica, con la sua aspettativa risucchiante  (svenimento dopo l’ultima performance pubblica di benito, il discorso di milano ecc), sostenuta da una rimarchevole lucidità, intuito anche politico e forza di linguaggio,  induceva/produceva le gesta dell’eroe/amante. il duce, pur apparentemente del tutto incapace di autocritica, mostrava una profonda e in parte catartica consapevolezza del suo fallimento, a sorreggerlo c’erano solo l’incandescenza erotica dell’amante e il delirio di potenza del popolo - e viceversa.

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